Le notizie tragiche che provengono dal fronte ucraino non occupano soltanto la cronaca, ma sono presenti anche agli eventi legati al mondo dello spettacolo, come è avvenuto all’ultimo Eurovision Song Contest, vinto proprio dall’Ucraina, dove tra una dichiarazione e un commento si è fatto riferimento spesso all’invasione russa, e come è avvenuto al Festival di Cannes che si è aperto ieri, martedì 17 maggio.
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Grande emozione ha suscitato l’annuncio dell’attrice Virginie Efira che ha introdotto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in collegamento in diretta. Un intervento che ha permesso di focalizzare l’attenzione sulla tragedia che il suo popolo sta vivendo: dal dramma di Mariupol all’assedio all’acciaieria Azovstal.
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Zelensky si è rivolto al mondo del cinema chiamandolo alle armi, mondo che lui conosce, avendo lavorato come attore e sceneggiatore, citando poi il regista Mantas Kvedaravicius, morto in Ucraina, il cui documentario “Mariupolis 2” è stato terminato dalla sua compagna Hanna Bilobrova e che sarà presentato al festival nei prossimi giorni in una proiezione speciale.
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Il presidente ha poi citato il Grande Dittatore film in cui Charlie Chaplin faceva un’arguta parodia di Adolf Hitler dicendo: “L’odio alla fine scomparirà e i dittatori moriranno. Siamo in guerra per la libertà”. Per l’ex attore e ora presidente “serve un nuovo Chaplin che dimostri che il cinema di oggi non è muto. Noi continueremo a lottare, perché non abbiamo altra scelta e sono convinto che il dittatore perderà. Ma il cinema starà zitto o parlerà? Il cinema può stare fuori da questo?”.