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Ana Obregón mamma e nonna a 68 anni, la Spagna si divide: amore o egoismo?

Facciamo chiarezza sul caso Ana Obregón, l’attrice e conduttrice spagnola che è diventata contemporaneamente nonna e mamma usando il seme del figlio morto

di Nadia Pieri | 7 Aprile 2023
Foto: Jesus Briones / IPA

Se in Italia nelle ultime ore l’attenzione della stampa è rivolta tutta a Silvio Berlusconi e alle sue preoccupanti condizioni di salute, in Spagna i media non fanno altro che parlare da giorni di Ana Obregón, celebre attrice, conduttrice e sceneggiatrice spagnola che ha usato il seme del figlio morto per far nascere sua nipote diventando così nonna e allo stesso tempo legalmente madre della bambina. Un caso surreale, i cui retroscena lo sono ancora di più, che sta dividendo la Spagna e non solo, facendo riflettere e discutere sul tema della maternità surrogata anche al di fuori del Paese. Ma facciamo un passo indietro. Chi è davvero Ana Obregón? E cosa l’ha spinta a fare ciò che ha fatto?

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Ana Obregon figlio: la morte di Alejandro Lequio García e i suoi tre desideri

Ana Obregón, 68 anni, è tra i volti più amati (almeno fino a qualche settimana fa) e conosciuti del panorama televisivo spagnolo. Nel 2020 la conduttrice ha dovuto affrontare la perdita di suo figlio Alejandro Lequio García, morto all’età di 27 anni a causa di un cancro. Secondo quanto dichiarato dall’attrice, poco prima di morire, suo figlio ha lasciato un testamento olografo in cui ha espresso le sue ultime tre volontà: creare una fondazione a suo nome per investigare sul cancro, finire il libro che aveva iniziato e avere un erede. In questi anni Obregón ha soddisfatto i primi due desideri di Alejandro dando vita alla Fundación Aless Lequio e pubblicando El chico de las musarañes. Mancava il terzo. E niente, nemmeno la legge spagnola, ha potuto impedirle di realizzarlo. L’attrice, infatti, è volata in Florida dove la maternità surrogata è legale e dove grazie allo sperma del figlio deceduto (da lui congelato diversi anni fa prima di iniziare la chemioterapia), l’aiuto di una donatrice di ovuli e di una madre gestante è diventata nonna e legalmente mamma all’età di 68 anni. La notizia è stata data dalla rivista Hola che ha pubblicato un’immagine, alquante surreale, della conduttrice che su una sedia rotelle – quasi come se avesse partorito lei – usciva da un ospedale di Miami con sua nipote tra le braccia.

 

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Le critiche non sono tardate ad arrivare, considerando l’età dell’attrice e il fatto che la bambina crescerà senza la figura del padre. Inoltre solo ieri Obregón ha chiarito che la piccola, Ana Sandra, è sua nipote e non sua figlia, come inizialmente si pensava. “Questa bambina non è mia figlia, ma mia nipote. È la figlia di Aless e quando crescerà le dirò che suo padre è stato un eroe, in modo che sappia chi è e quanto debba essere orgogliosa di lui”, ha raccontato Ana alla rivista Hola del cui ultimo numero è protagonista. L’attrice, inoltre, ha voluto sottolineare di aver fatto nascere la bimba per tenere fede alla promessa fatta ad Alejandro e non per un capriccio personale. Ma purtroppo le sue parole non convincono. In questi tre anni, infatti, Ana non ha perso solo suo figlio, ma anche sua madre e suo padre. “Una luce piena d’amore è entrata nella mia oscurità. Non sarò mai più sola. Sono tornata a vivere” ha scritto Obregón sotto al post con cui ha condiviso la nascita della piccola. Non sarò mai più sola, parole che fanno riflettere e che alimentano i dubbi di molti, ovvero che questa bambina sia venuta al mondo solo per colmare il vuoto che il figlio e i genitori della conduttrice hanno lasciato nella sua vita.

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Ana Obregon mamma: non solo egoismo ma anche violazione della privacy

Il dibattito in Spagna è ormai aperto da giorni: c’è chi si congratula con l’attrice e si dice contento per lei, e chi l’accusa di aver compiuto un gesto egoista e disdicevole. Ma andiamo con ordine. Ana Obregón è ricorsa a una pratica, la maternità surrogata, considerata illegale nel suo Paese. Per mettere al mondo questa bambina, come ha rivelato ieri la rivista spagnola Lectura, la conduttrice ha speso la folle cifra di 170.000 euro, di cui solo 35.000 sono andati alla madre gestante, una donna di origine cubana che ha scelto, per la seconda volta, di ricorrere a questo “sistema” per far fronte alla sua complicata situazione economica. Ed è qui che entra nuovamente in gioco il tema del privilegio. L’attrice ha definito la nascita della nipote un “miracolo”, ma in realtà non è altro che il frutto della quantità esorbitante di denaro di cui gode, che le ha permesso di affittare l’utero di una donna in difficoltà, e senza il quale oggi non potrebbe stringere tra le braccia la primogenita di suo figlio morto. E sì avete capito bene – primogenita – perché Ana non scarta l’ipotesi di darle un fratellino in futuro: “Mi sarebbe anche piaciuto che fosse maschio, ma chissà, Aless voleva avere cinque figli, quindi forse un giorno arriverà” ha affermato.

Ma oltre al denaro e all’egoismo – che a nostro parere è il protagonista di questa storia –  non bisogna sottovalutare un ultimo aspetto, forse il più importante: la violazione della privacy di una neonata. Ana Obregón ha sbattuto in prima pagina la nipote a pochi giorni dalla sua nascita rivelando al mondo intero il modo e il motivo per il quale è stata concepita, privandola così dell’unica cosa di cui ancora godeva: la sua intimità. La conduttrice ha dichiarato che cercherà di crescere la piccola Ana con tutto l’amore possibile, che non le mancherà niente dal punto di vista economico e che le racconterà la verità sulla sua nascita perché non c’è nulla da nascondere e soprattutto di cui vergognarsi. Obregón ha infine voluto specificare che non le importa delle critiche e che solo chi ha vissuto un lutto simile al suo può parlare perché, in fin dei conti, lei ha fatto quello che doveva: compiere l’ultima volontà di suo figlio. La stessa volontà che, una volta cresciuta, sua nipote potrebbe rivendicare, magari domandandole: “Nonna, hai mai pensato a cosa avrei voluto io?”.