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Sanremo, protesta sul green carpet: gli attivisti di Greenpeace puntano il dito contro ENI

In concomitanza con l’inizio della terza puntata del Festival di Sanremo, il green carpet è stato occupato dagli attivisti di Greenpeace. Nel loro mirino, l’azienda multinazionale ENI, nonché sponsor della kermesse

di giuseppe | 4 Febbraio 2022
Foto: Ufficio Stampa

Il green carpet di Sanremo, dopo aver accolto i cantanti in gara, è stato anche luogo di una protesta. Ieri sera si è registrata la protesta pacifica di alcuni attivisti di Greenpeace. I partecipanti hanno infatti cercato di irrompere nel Teatro Ariston proprio in concomitanza con l’inizio della terza puntata del Festival di Sanremo, con l’intenzione di salire sul palco della competizione musicale più famosa e seguita in Italia per protestare contro ENI, uno degli sponsor ufficiali del Festival.

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Come specificato anche prima dell’inizio del Festival di Sanremo, questa volta concorrenti ed ospiti della trasmissione non calpestano un red carpet per accedere al Teatro. A sostituire il tappeto rosso, infatti, quest’anno è un “green carpet”. Il tappeto verde è stata una scelta strategica ideata da ENI, azienda multinazionale di gas e petrolio. Tale decisione è stata presa in vista del lancio di Plenitude, una nuova realtà aziendale definita come la svolta “sostenibile”.

Greenpeace Sanremo 2022

Foto: Ufficio Stampa

 

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È per queste motivazioni che il gruppo di attivisti di Greenpeace si è mobilitato con l’intento di irrompere sul palco di Sanremo per protestare contro “l’ennesimo episodio di Greenwashing di ENI“. Tuttavia, sono stati fermati dagli agenti della Polizia prima di riuscire a varcare la soglia di uno dei Teatri più celebri d’Italia, scortati con la forza e allontanati dall’area circostante all’Ariston. Nonostante tutto, la protesta è stata pacifica e, fortunatamente, non ci sono stati feriti.

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Sanremo Greenpeace: la protesta contro ENI

“Attiviste e attivisti sono entrati in azione di fronte all’ingresso del Teatro Ariston per protestare contro l’operazione di greenwashing di ENI, tra i principali sponsor della kermesse musicale”, ha fatto sapere Greenpeace con una nota. Si legge ancora: “In questi giorni, infatti, il colosso italiano del gas e del petrolio sta sfruttando la vetrina di Sanremo per rifarsi un’immagine di azienda attenta all’ambiente che non corrisponde affatto alla realtà“. La protesta, comunque, è stata pacifica. Molti degli attivisti hanno semplicemente occupato il green carpet con uno striscione tra le mani, che recitava: “Eni inquina anche la musica”.