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A Sanremo Saviano ricorda i testimoni di giustizia: “Semi che sono germogliati”

Sul palco dell’Ariston Roberto Saviano racconta il coraggio dei testimoni di giustizia contro la malavita organizzata

di Filippo Piervittori | 4 Febbraio 2022
Roberto Saviano - Gloria Imbrogno / IPA

Qualcuno rimprovera al Festival di Sanremo di allontanarsi in varie occasioni dai temi della musica, ma da sempre il palco dell’Ariston è anche una delle vetrine più importanti e seguite della televisione italiana e, dunque, è anche giusto che temi delicati o importanti vengano veicolati da un mezzo così potente, soprattutto considerando che si tratta della TV di Stato.

Non c’è, quindi, solo intrattenimento puro in questa edizione del Festival della canzone italiana e l’intento di Amedeus di toccare temi di attualità anche “scomodi” lo si evince ancor di più nella terza puntata con la presenza di Roberto Saviano che in un monologo carico di grandi verità e concetti amaramente condivisibili ricorda una delle piaghe più laceranti dell’Italia, la malavita organizzata. “Sono al Festival per raccontare il coraggio dei testimoni di giustizia e di Falcone e Borsellino a 30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio. Un grande momento di responsabilità” aveva spiegato lui stesso nelle ore precedenti aggiungendo poi che il suo intervento sarebbe stato a titolo gratuito.

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Amadeus, Festival di Sanremo 2022

Amadeus, Festival di Sanremo 2022 – Foto: Maurizio D’Avanzo / IPA

 

Saviano, che con il suo “Gomorra” ha cambiato innumerevoli regole della TV e del cinema per quanto riguarda la narrazione della camorra e della mafia, ricorda nel suo discorso Rita Atria che è stata una giovanissima testimone di giustizia. Rita si uccise a 17 anni una settimana dopo la strage di via D’Amelio perché, proprio per la fiducia che riponeva nel magistrato italiano Paolo Borsellino, si era decisa a collaborare con gli inquirenti.

“Stiamo ricordando il coraggio dei testimoni di giustizia, degli innocenti che non hanno commesso dei reati, il coraggio di chi sa che scegliendo di denunciare cambierà la propria vita e di chi gli è accanto. Spesso rovinandola, spesso distruggendola. Ogni volta che noi non scegliamo è perché temiamo di essere attaccati, isolati. Abbiamo paura, ma poi ci accorgiamo che la neutralità non ci tiene affatto in sicurezza, perché significa rinunciare alla nostra libertà, alla nostra dignità, al diritto di ricercare la nostra felicità” spiega con vigore Saviano.

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Roberto Saviano ddl zan

Foto: Ufficio Stampa

Festival di Sanremo Saviano sottolinea: “Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano semi che sono germogliati”

“E’ questo che si fa ogni volta che la società civile, la politica in Italia e in Europa sceglie di non occuparsi degli affari criminali che sono ovunque. Perché questo silenzio finisce per favorire e mafie e lasciare solo chi le contrasta”. Saviano afferma, poi: “Hanno creduto di seppellire Rita Atria come anno creduto di seppellire Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ma loro erano semi che sono germogliati. Il seme che il loro coraggio ha messo dentro ognuno di noi può davvero diventare radice”.

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Amedeus, come detto, senza rinunciare ad una kermesse musicale molto strutturata e aperta a varie visioni della musica italiana ci tiene a far sapere che il “suo” Festival vuole essere anche altro. Così commenta durante l’applauso intenso tributato dal pubblico a Roberto Saviano: “Un monologo molto bello, toccante, profondo. Anche questo deve essere il Festival di Sanremo”.