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Festival di Sanremo, terza serata in ripresa: Drusilla conquista, ma non mancano le delusioni

Cesare Cremonini infiamma il palco e Roberto Saviano invita al ricordo, abbiamo raccolto i momenti migliori e peggiori della serata

di Beatrice Anfossi | 4 Febbraio 2022
Amadeus, Festival di Sanremo 2022 - Foto: Maurizio D’Avanzo / IPA

La 72° edizione del Festival di Sanremo con la terza serata recupera un po’ di sprint. Probabilmente – anzi, sicuramente – è merito di due dei suoi protagonisti indiscussi: Drusilla Foer e Cesare Cremonini. Anche i cantanti ingranano la marcia e quasi tutti migliorano le loro performance, finendo per creare scompiglio nella nostra classifica di gradimento.

Per bilanciare la presenza di tutti e 25 i concorrenti in gara, gli interventi sono pochi e ben ponderati: su tutti spicca quello di Roberto Saviano, che per una volta pare avere messo tutti d’accordo. Nel complesso, soprattutto nelle prime due ore, la serata scorre bene, iniziando a trascinarsi un po’ solamente nell’ultima parte. Ripercorriamola insieme attraverso i nostri highlight: tutti i momenti migliori della terza puntata del Festival di Sanremo e quelli che preferiremmo dimenticare.

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Amadeus e Drusilla Foer, Festival di Sanremo 2022

Amadeus e Drusilla Foer, Festival di Sanremo 2022, Terza Serata – Foto: Maurizio D’Avanzo / IPA

 

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Festival di Sanremo terza serata: un grande sì per…

Drusilla Foer, la vera padrona di casa

Sì, sì e ancora sì. Finalmente una persona e co-conduttrice al fianco di Amadeus che non finisce per soccombere inesorabilmente. Drusilla Foer, al secolo Gianluca Gori, ha mostrato con grazia e nonchalance come si calca un palco di quel tenore. I suoi abiti sono perfetti e superano di diverse spanne tutti quelli visti fino a questo momento; i suoi interventi sempre ironici e pungenti, mai sopra le righe. Semplicemente Drusilla Foer ci ha insegnato come si sta al fianco di un uomo: non un passo avanti né uno indietro. “Date un senso alla mia presenza su questo palco e compiamo uno degli atti più rivoluzionari che si possano fare: ascoltiamoci”, ha detto nel suo monologo finale. L’abbiamo ascoltata, e ci ha convinto.

Cesare Cremonini e quella voglia di normalità

Se già il desiderio di tornare a una vera normalità era molto forte, una volta assistito all’esibizione di Cesare Cremonini ci saremmo messi tutti in fila davanti ai cancelli di San Siro. Un medley di canzoni iconiche, eseguite in maniera impeccabile ed emozionante. Ad accompagnare il cantante bolognese la band al completo e una scenografia che per una volta ha portato gli standard della Rai ad un livello superiore. Chi in piedi sul divano, chi con la mano sul cuore: c’è chi avrebbe voluto un bis e chi mente.

 

 

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Ditonellapiaga, la vera sorpresa del Festival

Devi salire su uno dei palchi più famosi d’Italia con una delle cantanti più famose d’Italia: non credo che tutti l’avrebbero presa con nonchalance. Ebbene Ditonellapiaga, al secolo Margherita Carducci, ha colto la sfida e ha svolto un compito da 10 e lode. Spigliata, intonata, divertita e divertente: Ditonellapiaga potrebbe reggere perfettamente il palco da sola e invece lo divide con Donatella Rettore con equilibro e anche una certa chimica.

Roberto Saviano, che mette d’accordo tutti

Roberto Saviano rischiava di finire direttamente nella lista degli Out senza passare dal via. È un personaggio che divide, da sempre. Eppure questa sera la sua presenza sul palco dell’Ariston non è apparsa affatto fuori luogo. Il giornalista ha ricordato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ma soprattutto ha raccontato un lato della loro storia che in pochi conoscono: il ruolo di testimone di giustizia della giovanissima Rita Atria. Lo ha fatto prendendosi il giusto tempo, senza strafare. E a chi lamenta che il Festival di Sanremo dovrebbe solo divertire, rispondiamo che non esiste un tempo sbagliato per imparare, e ricordare.

Dargen D’Amico, anzi l’orchestra

Che cosa sarebbe il Festival di Sanremo senza orchestra? Niente. Che cosa fa l’orchestra oltre a suonare? Intrattiene. Come stasera, quando ha deciso di indossare gli occhiali da sole in onore di Dargen D’Amico. Il cantante, dal canto suo, recupera in extremis e conferma le aspettative. La canzone fa quello che deve: diverte – evidentemente anche coloro che devono eseguirla – e fa ballare, come promesso.

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Festival di Sanremo terza serata: i bocciati

Highsnob e Hu, che cosa cosa c’è che non va?

Con un po’ di dispiacere dobbiamo ammettere che per noi Highsnob e Hu rimangono un no. Dopo aver concesso loro il beneficio del dubbio (dovuto anche all’esibizione in tarda nottata), questa sera ne abbiamo avuto la conferma. Forse l’inevitabile confronto con i Coma_Come non rende loro giustizia, ma nel complesso la canzone risulta poco riuscita, così come la chimica instaurata tra i due. Preferiamo invece astenerci dal commentare i look.

Michele Bravi, un inverno senza fiori

Anche per Michele Bravi abbiamo provato a sospendere il giudizio, che però via via sta assumendo connotati sempre più chiari. Senza mettere affatto in dubbio la sua bravura, dobbiamo ammettere che di lui non convince né la canzone né il look un po’ vampiresco. Siamo pronti però a ricrederci in qualsiasi momento.

 

 

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La canottiera di Giovanni Truppi

La prima volta gliel’abbiamo perdonata. È un cantautore indie – ci siamo detti – dovrà pur distinguersi. Alla seconda però, dobbiamo fare i bacchettoni. Quello è pur sempre il palco del Teatro Ariston, in prima serata, su Rai 1. Non possiamo lamentarci poi se i nostri nonni ripetono la litania: “Ai nostri tempi…”. Hanno ragione, e infatti Gianni Morandi dà lezioni di eleganza a tutti.

 

Una menzione speciale va riservata a Noemi, stupenda e sexy (si può ancora dire, vero?) nel suo abito nero. Anche la canzone inizia a essere orecchiabile, sarà un sintomo da overdose di Sanremo? Può darsi. A domani!