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Coez, “polemica” sul Festival di Sanremo: “Che sia una ripartenza per tutti”

Il cantante, con un post su Instagram, ha manifestato il suo disappunto sulle regole per il pubblico dell’Ariston, che quest’anno torna con capienza al 100%

di Beatrice Anfossi | 24 Gennaio 2022
Foto: Ufficio Stampa

Se c’è una cosa che al Festival di Sanremo riesce bene, è sicuramente scatenare polemiche. Più o meno fondate, costruttive o sterili: della kermesse si parla molto, sia prima che dopo, sia bene che male. A sollevare la questione, questa volta, è stato il cantante Coez. Il motivo? La presenza del pubblico nel Teatro Ariston, con capienza al 100%. Dopo un’edizione surreale in cui di fronte al palco più famoso d’Italia non c’era nessuno, infatti, quest’anno il Festival torna ai suoi vecchi fasti, seppur con tutte le precauzioni rese necessarie dall’aumento dei contagi.

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Appresa la notizia, Coez ha voluto dire la sua con un post su Instagram: “Io che leggo la news su Sanremo, mi va anche bene che sia ammesso in sala il pubblico munito di super green pass, ma che sia una ripartenza per TUTTI. Ci siamo abbastanza rotti il ca**o”, ha scritto il cantante. Il suo disappunto fa riferimento, in particolare, alla decisione (forzata) di rimandare l’inizio del suo tour italiano nei club: una decisione dovuta proprio all’impennata della quarta ondata e alla relativa chiusura di club e discoteche.

Foto: Ufficio Stampa

 

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Proprio in quest’ultimo punto sta l’incongruenza: da una parte parliamo di un teatro in cui, molto banalmente, le persone staranno sedute e con le mascherine indossate; dall’altra invece ci sono i club, un luogo in cui – è inutile negarlo, dopo due anni di pandemia – garantire il distanziamento è impossibile. La decisione di aprire il Festival di Sanremo al pubblico con capienza massima è totalmente in linea con le ultime regole previste dalle misure del Governo: ovvero apertura di cinema e teatri, a patto che gli spettatori siano in possesso di Super Green Pass e indossino mascherine FFP2.

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Ha senso quindi attaccare pretestuosamente un evento che, va riconosciuto, rappresenta uno spiraglio di normalità in una situazione che ormai di normale ha molto poco? E, soprattutto, una manifestazione che consente a moltissime di quelle maestranze di cui si è tanto parlato di poter finalmente lavorare? Le falle nella gestione della pandemia e del post-pandemia sono state innumerevoli ed è vero che ci sono stati settori di serie A e di serie B (per usare, non casualmente, una metafora calcistica). Quando però il settore è lo stesso, perché qui di musica si parla, forse sarebbe più sensato e auspicabile fare fronte comune. Anche perché, caro Coez, possiamo assicurarti che qui, il “ca**o”, ce lo siamo rotti tutti.

 

 

 

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