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Da David Bowie a oggi, come è cambiata la percezione degli artisti LGBTQ+?

Nel 1972 David Bowie confessava la sua bisessualità al Melody Maker, causando non poco scandalo. Ma quanto sono cambiate le cose oggi? Cosa possiamo imparare da Ziggy Stardust?

di Redazione Rumors.it | 23 Gennaio 2022
Foto: YouTube

Il 22 gennaio di 50 anni fa, la testata Melody Maker ha riportato una lunga intervista a David Bowie, nella quale l’artista presentava il nuovo alter-ego Ziggy Stardust e faceva una rivelazione scioccante per il 1972. “Sono gay e lo sono sempre stato, anche quando ero David Jones” dichiarò Bowie. L’articolo titolava “Oh you pretty thing” e presentava Bowie in termini oggi impensabili, come “una regina alla moda, un ragazzo meravigliosamente effemminato”. Ma quanto è cambiata la percezione degli artisti appartenenti alla comunità LGBTQ+ oggi?

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Bowie era dichiaratamente bisessuale. Lui, uno degli artisti più rivoluzionari della storia della musica, ha rivelato in un’intervista a Mojo un ulteriore dettaglio sulla vicenda. “Sapevo che a un certo punto avrei dovuto dire qualcosa sulla mia vita – ha dichiarato Bowie – E, ancora una volta, Ziggy mi ha aiutato a rendere le cose più rassicuranti per me“. L’aspetto più interessante è come un alter-ego artistico di sua stessa creazione lo abbia aiutato – nella giungla di quella che sempre Bowie che ha definito “l’era dell’esplorazione” – ad essere a proprio agio con la sua natura e con l’esterno, sempre più incuriosito dalla personalità fuori dagli schemi dell’artista.

Foto: Ufficio Stampa

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Ma da allora quanto sono cambiate le cose? E soprattutto, che cosa può insegnarci l’esperienza di Bowie e l’impatto della sua persona sulla cultura pop? Senza dubbio, al cantautore britannico si deve riconoscere la grande libertà e l’accettazione di sé, sia sul piano umano sia su quello artistico. Bowie era libero dai giudizi degli altri, ma anche dalle sovrastrutture della mente: era libero di essere l’artista e l’uomo che era, anche al punto di esporsi con un coming out che nel 1972 aveva un significato sociale e culturale diverso rispetto ad oggi. Come ha detto al The Observer l’autore dell’intervista, Michael Watts, trent’anni dopo: “Lui era anche solo onesto. A volte l’onestà paga, anche nel pop“.

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Artisti LGBTQ+, le cose oggi sono davvero cambiate?

Non è mai semplice fornire un quadro completo sulla questione: la realtà è in continua evoluzione, soprattutto su un tema che sta attraversando un momento delicato della sua storia, tra vittorie e conquiste meritatissime. Quello che è certo è che la percezione degli artisti LGBTQ+ è cambiata nel tempo: non più lo scandalo di Bowie nel 1972, ma nemmeno una piena accettazione incondizionata, come naturale dovrebbe essere. C’è ancora molta strada da fare affinché questi artisti non vengano più visti sotto una luce diversa, che i più bigotti vedono ancora come quella di un circo. Alcuni segnali importanti provengono proprio dal Festival di Sanremo 2022, anche grazie alle scelte di Amadeus. La presenza di un personaggio televisivo come Drusilla Foer tra i presentatori, ma anche il successo meritato del duo La rappresentante di lista sono i primi, incoraggianti indici dell’inizio di una realtà diversa, più inclusiva, meno condizionata da retrograde sovrastrutture.

La Rappresentante di Lista

Foto: Ph. Manuela di Pisa