Qualche giorno fa un episodio ha fatto discutere il mondo della televisione internazionale. Al reality A Fazenda, considerabile l’equivalente brasiliano della nostra Fattoria, la concorrente Dayane Mello, che in Italia ha partecipato alla scorsa edizione del Grande Fratello VIP, ha subito quelle che sono state interpretate dal grande pubblico come delle vere e proprie molestie. Il fautore di queste avances un po’ troppo insistenti è Nego do Borel, già accusato in passato di violenza domestica.
La faccenda è molto delicata, e la produzione televisiva brasiliana è colpevole di non averla sviscerata come avrebbe dovuto. Ma ecco che interviene Gabriele Parpiglia, autore televisivo, giornalista e scrittore, che con i suoi dubbi getta un’ulteriore ombra su un avvenimento già spiacevole, che potrebbe rivelarsi più oscuro e profondo di quanto non sia già.
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Sul suo seguitissimo profilo Instagram Parpiglia, da lavoratore del settore, ha posto una serie di domande e se stesso e al suo pubblico, riflettendo ad alta voce. “Chi gestisce l’account di Dayane facendo finta che non sia successo niente? Il video di quella notte con Nego perché non è stato al centro di un caso che esula dal reality e punta diritto a una querela, denuncia, eliminazione e tutela per la ragazza? Perché Dayane Mello ha accettato di fare un altro reality ? In Italia (ve lo assicuro) le offerte non le mancavano. Chi c’è oggi dietro Dayane Mello visto che ha lasciato l’Italia senza spiegare nulla alla sua agente?”
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Dayane Mello La Fazenda: le parole di Gabriele Parpiglia
Ha poi proseguito, inarrestabile e deciso a capire i meccanismi di questi strani avvenimenti: “Perché la sera del video Dayane era l’unica donna in quella stanza mentre Do Borel tentava di sfiorare le sue parti intime? Perché non hanno messo Dayane nelle condizioni di poter dire la sua dinanzi alle immagini che probabilmente non ricorda perché post party o magari se ne fa una colpa?” Queste e altre le importantissime questioni sollevate dal giornalista, che promette di andare a fondo alla faccenda.
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