La cantante statunitense, adorata dagli adolescenti di tutto il mondo, è rimasta incastrata in un video che rema contro l’immagine di paladina del politically correct e della generazione Z che si era creata intorno al suo personaggio: Billie Eilish è stata accusata di razzismo dopo che su TikTok è emerso un video che ritrae la popstar anni fa cantare versi poco carini nei confronti della comunità asiatica.
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Il video sotto accusa ritrarrebbe l’artista, più meno all’età di 13 o 14 anni, riprendere una canzone di Tyler, The creator contenente una parola razzista nei confronti della popolazione orientale: la gogna mediatica non ha perso tempo per porre subito in risalto il video, buttando la giovane ragazza in mezzo all’occhio del ciclone. Sono stati molti i fan che hanno chiesto spiegazione alla cantante, la quale non si è tirata indietro, anzi si è esposta per smentire l’etichetta affibbiatale in questi giorni: “[…] perché mi stanno etichettando come qualcosa che non sono”.
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La cantante di Bad guy si è spiegata in un lungo post di scuse e ha cercato di contenere l’onda negativa esaltata dai media nei suoi confronti: “Sono sconvolta e imbarazzata”, ha ammesso Eilish. “Vorrei vomitare per aver pronunciato quella parola. Questa canzone è stata l’unica volta in cui abbia mai sentito quella parola visto che nessuna delle persone che avevo intorno né della mia famiglia l’aveva mai usata”. Nessuno quindi ha mai spinto la ragazza ad avere tendenze razziste o xenofobe: proprio per questo motivo, il video è stato una svista nell’adolescenza della cantante. Tuttavia, con grande maturità la cantautrice si è presa le proprie responsabilità sostenendo che “Indipendentemente dalla mia ignoranza ed età all’epoca, nulla giustifica il fatto che sia stato doloroso. E per questo chiedo scusa”.
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Billie Eilish razzismo: la cantante si scusa dopo essere stata accusata
Eilish conclude rammaricata per aver delineato una persona che lei non è e per aver perso l’occasione di poter essere definita credibile a tutti gli effetti: lei, sempre stata in prima linea nella lotta a favore dell’inclusione e contro i pregiudizi, si è trovata nella posizione scomoda di doversi giustificare per qualcosa di passato e fatto senza pensarci troppo, rimanendo nel contesto artistico e non studiando la frase di Tyler, The creator dal punto di vista umano. Ma si sa, la gogna mediatica non attende altro che scovare chiunque abbia sbagliato, lasciando ai social il compito di processare il diretto interessato.
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