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Anselmo Prestini, “Per un pugno di follower”: il racconto ironico del mondo degli influencer

Noi di Rumors.it abbiamo incontrato il giovane a pochi giorni dall’uscita del suo primo progetto editoriale dedicato all’ironico racconto dei retroscena del patinato mondo degli influencer

di Sara Radegonda | 18 Settembre 2021
Foto: Instagram @anselmoprestini

Explorer con una green attitude. Maestro di snowboard e travel influencer. Un ragazzo determinato, ironico e incredibilmente autentico. Anselmo Prestini, classe 1995, è uno degli astri nascenti della nuova generazione di influencer. Con 150mila follower su Instagram, il giovane ha costruito la sua identità social con costanza e determinazione nel corso degli anni e adesso si prepara a celebrare un altro importante traguardo: il suo esordio editoriale.

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Per un pugno di follower” è il primo romanzo scritto da Anselmo in cui ha voluto raccontare in modo “molto ironico” – come ci tiene a sottolineare lui stesso – il patinato mondo degli influencer, svelando retroscena e dinamiche inedite, come solo chi lo ha vissuto in prima persona potrebbe fare. Un progetto, disponibile in tutte le librerie a partire dal 30 settembre (oppure già in pre-order), nato dalla voglia di avvicinare a questo mondo tutti quelli che, fino ad ora, lo hanno solo potuto sognare, e che andranno alla scoperta della Milano chic grazie agli occhi di Omar, protagonista del romanzo.

Anselmo Prestini Instagram

Anselmo Prestini – Foto: Instagram @anselmoprestini

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Anselmo Prestini libro: un ironico racconto sul mondo degli influencer

Fashion Week, eventi esclusivi, cene in location da sogno e shooting da star. Ma cosa non si fa per arrivare lì? Anselmo soffia via il velo di omertà che domina questo mondo per raccontare i retroscena del mondo degli influencer; un mondo che nel suo caso ha sognato e ha, con determinazione e consapevolezza, raggiunto. Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo a pochi giorni dall’uscita del suo romanzo…

“Per un pugno di follower” è il tuo primo romanzo, che uscirà il 30 settembre, come è nata l’ispirazione per questo racconto?

Era due anni che avevo in mente questo progetto. Io amo il mio lavoro di influencer però spesso mi rendo conto che chi ci segue non ha un’idea esatta di ciò che c’è dietro, ma vede solo quello che noi vogliamo far vedere, ovvero quello che postiamo. Quindi era da tempo che mi chiedevo: chissà che idea hanno i follower della nostra quotidianità. Ci tengo a precisare che il romanzo non è autobiografico, ho preso spunto sia da esperienze di miei colleghi sia vissute in prima persona; e ho voluto raccontare la vita dell’influencer con molta molta ironia perché non è sempre tutto bello e perfetto come uno può pensare.

Come mai hai definito il mestiere dell’influencer come “fatto di solitudine” – il contrario di come si potrebbe pensare?

Quando ti invitano agli eventi e alle experience sei sempre circondato da tanti influencer, ma alla fine quando torni a casa ti chiedi comunque quanti siano gli amici e gli affetti veri che ti sei creato in questi anni. Finché ci sono follower e interessi tutti sono amici di tutti, però quando hai bisogno chi c’è?

“La vera vita dell’influencer sta in tutto quello che non viene postato” si legge nel sottotitolo al tuo romanzo. Che cosa non racconti della tua vita?

Per me Instagram è lavoro e ci tengo sempre a ricordarlo. Quando sono triste o arrabbiato tendo a postare cose belle perché anche i brand vogliono vedere sorrisi, momenti divertenti, amicizie. Sono un ragazzo sportivo, amo gli animali, l’ambiente e sposo, in generale, una green attitude. Questo è anche parte della mia vita privata però alcune dinamiche – inevitabilmente – non le posto. Il libro racconta in modo molto divertente gli inizi di questo mestiere quando uno prova a farsi strada in questo mondo un po’ di squali. Si prova ad imbucarsi agli eventi, ci si modifica le foto, ci provi con una/o PR per farti invitare ad un evento, ci si autoinvita al Festival di Venezia… Cose che un po’ tutti abbiamo fatto ma ovviamente non emergono, perché si condivide solo il risultato finale. Nel mio romanzo volevo far capire che “non è tutto oro quel che luccica“: noi vediamo la foto dei Red Carpet però non sapremo mai cosa sia stato fatto veramente per arrivare lì. Quindi io in maniera molto ironica, parlando anche di me stesso, ho voluto raccontare tutte queste dinamiche. Raccontare quella Milano idealizzata che uno di provincia si immagina vedendo la vita a 5 stelle degli influencer, ma non sa, in realtà, che cosa sia stato fatto per arrivarci.

Nel concreto come si struttura il tuo romanzo?

Il protagonista è Omar, un ragazzo di vent’anni che arrivando da un paesino di montagna (qui è autoreferenziale lo ammetto) sogna la metropoli. Quindi decide di trasferirsi a Milano perché il suo sogno è fare l’influencer. Dopo aver inviato tanti CV, viene preso solo da un’agenzia di comunicazione, dove la Miranda Prisley di turno – come ne Il diavolo veste Prada – gli dà il compito di fare da portaborse a due influencer (un ragazzo e una ragazza), che in seguito diventeranno i suoi migliori amici. Lei bella, intelligente e determinata, lui icona gay del mondo degli influencer. Il giovane Omar, alla fine, seguendo le orme degli amici, intraprenderà la stessa carriera. Ogni capitolo racconta l’anno dell’influencer: dalla Fashion Week al Festival di Venezia passando per gli eventi più esclusivi e i place to be della città. Nel corso del racconto si assiste all’evoluzione del personaggio che va di pari passo con il relativo aumento di follower. Ci sarà anche l’amore perché Omar incontrerà un’influencer molto famosa; le reciproche agenzie decideranno di pianificare a tavolino una relazione tra i due – per creare il giusto hype nel pubblico –  che avrà però un risvolto inaspettato.

Anselmo Prestini

Foto: @anselmoprestini_ per @120lino, @makal_jewellery, @masseria_le_carrube

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Nel libro parli spesso di quegli influencer che si credono tali ma in realtà non lo sono, ti sei ispirato a qualcuno in particolare?

Ho preso ispirazione dal 70% dei miei colleghi, ma non per fare una critica perché anche io, oggettivamente, ho 150mila follower non ne ho 1 milione. Ho voluto scherzare molto sui falsi miti che vengono alimentati oggi, come chi fa riferimento alla sostenibilità. Io l’attenzione e l’amore per l’ambiente lo vivo da quando sono nato, poi che sia diventato un trend a me ha fatto gioco perché ci guadagno; ma si è notato che di colpo molti influencer, prima estranei all’argomento, hanno iniziato a dichiararsi plastic free, secondo me, per cavalcare un trend. Essere influencer non vuol dire svendere il proprio corpo per aumentare i follower, è un mestiere che si costruisce nel tempo e con una credibilità. Io ho due lauree, ho scritto un libro, sono un maestro di snowboard e ho la fortuna di collaborare con brand che si allineano a questi valori, però rimango sempre fedele a me stesso. Negli ultimi anni questo mestiere è cambiato molto perché prima bastava il numero di follower ora – per fortuna – si guardano anche i contenuti.

Come è stato il primo approccio alla scrittura? Hai in progetto di scrivere altri romanzi?

Io non lo nego mai: la casa editrice mi ha dato una mano nella stesura del romanzo. Sto facendo il tirocinio da giornalista ma non ho ancora le competenze per scrivere completamente da solo. Ogni volta che tornavo da un evento o un’esperienza mi dicevo: “Sai quante cose potrei raccontare che la gente non sa, dovrei scrivere un libro”. E così ho fatto. È stato divertente e senza dubbio una grande soddisfazione personale. L’obiettivo è quello di rendere il libro una serie tv perché la tematica si presta molto al piccolo schermo. Dobbiamo attendere, però, il riscontro per questo esordio prima di decidere se proseguire o meno.

Anselmo Prestini

Foto: Instagram @anselmoprestini_ per @comune.della.spezia, @associazioneperilmare, @houseeboat, @my.spezia, @cdlp / Ph. @lucabroilo

Quale pensi sia il segreto del tuo successo sul web?

Devo dire che sono cambiato rispetto all’inizio. Quando mi sono trasferito a Milano ero come il protagonista del libro, abbagliato da questo mondo. Ero molto attirato dagli eventi esclusivi e dal mestiere dell’influencer in se; non dico che mi comportassi in maniera falsa però è chiaro che cerchi di piacere a tutti. Quindi la parte autentica di te non viene fuori subito. Dopo qualche anno, invece, in cui ho imparato a conoscere le dinamiche interne ho capito che se piaccio bene altrimenti prendano pure qualcun altro. La sincerità premia e premierà a lungo andare, perché non è possibile piacere a tutti e direi anche per fortuna.

Hai due lauree in comunicazione, quanto pensi sia utile una conoscenza approfondita del web per lavorarci? 

È importante avere due lauree in se. Perché ricordiamoci sempre che lavoriamo su una piattaforma che non è la nostra quindi se un domani venisse chiusa ci ritroveremmo senza lavoro. Dunque bisogna sapersi reinventare e per farlo ci vuole una cultura. L’università mi ha dato una base non solo di competenza in un settore ma per affrontare la mia vita in generale. Poi, nel mio caso specifico, avendo alle spalle un percorso di studi in comunicazione e marketing inevitabilmente mi è stato più utile; però le chiavi del successo di questo mestiere sono la creatività e l’identità. Ogni mattina mi sveglio e mi chiedo perché un brand dovrebbe scegliermi o continuare a lavorare con me? Apro Instagram e vedo milioni di influencer e penso a come posso essere diverso dagli altri. Secondo me l’autenticità è avere un’identità coerente e distinta dagli altri.

Il lavoro di influencer è stato un caso più fortunato che ricercato, ma qual è il mestiere che sognavi di fare da bambino?

Vorrei fare il giornalista inviato. Magari per un programma che parla di animali o comunque legato all’ambiente, alla montagna, allo sport. Mi piacerebbe poter unire il mio mestiere di influencer con quello di inviato.

Dal tuo profilo Instagram emerge l’autenticità della tua passione per l’ambiente. Che cosa rappresenta per te la montagna?

Sono maestro di snowboard da quando ho 18 anni e mio padre è guida alpina. Quindi fin da piccolo andavamo a sciare, a scalare, poi quando abbiamo notato che sui social piacevano le nostre attività abbiamo continuato a farle insieme. È anche grazie a lui che ad oggi posso dire di avere questa passione che mi scorre nelle vene.

Visto che sei mosso da una green attitude, come restituisci su Instagram l’insegnamento per il rispetto dell’ambiente? E come viene accolto dal pubblico?

Effettivamente c’è un riscontro positivo, perché vedo che i follower interagiscono: alcuni mi dicono che hanno imparato cose che non sapevano tramite i miei post e le mie stories, soprattutto quando faccio i viaggi insieme al WWF. In generale ho notato che quando si parla di questi argomenti, il pubblico è sempre molto interessato e attento. Per me è una soddisfazione enorme.

Anselmo Prestini Instagram,

Foto: Instagram @anselmoprestini