La Signora in Giallo, Angela Lansbury, è purtroppo scomparsa nella serata martedì 11 ottobre a 96 anni, ma ha ancora “un’ultima parola” da dirci. The Last Word, infatti, è il titolo dell’intervista rilasciata dall’attrice nel 2010 al New York Times con l’accordo però di pubblicarla solo dopo la sua morte. L’intervista ha l’obiettivo di ripercorrere la vita di Angela, dall’esordio a soli 17 anni fino ai numerosi premi vinti nella sua lunga carriera cinematografica e teatrale.
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Angela Lansbury intervista New York Times: le sue frasi più belle
Nell’intervista, Angela Lansbury afferma di essere stata “in tutta onestà principalmente un’attrice, e non un bel viso“. Spiega, infatti, di essere una caratterista, cioè una tipologia di attore che ha la spiccata capacità di creare un personaggio iconico e memorabile, e non solo un’attrice che ha fatto carriera grazie al suo bell’aspetto. Questo le ha permesso di essere ricordata per numerosissimi ruoli iconici sia in teatro, che al cinema grazie alla sua espressività e bravura nella recitazione.
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Sempre secondo quanto dice la Lansbury nell’intervista, l’unico il ruolo in cui non fece del suo personaggio una “macchietta” fu quello della scrittrice e detective Jessica Fletcher. L’iconica protagonista della Signora in giallo, sostiene: “È un personaggio vicino al tipo di donna che sarei potuta essere lei se non fossi stata un’attrice”. Non solo di carriera, ma Angela ha parlato molto della sua vita privata: i problemi di droga dei figli, l’amato marito e la vita trascorsa tra gli Stati Uniti e l’Irlanda.
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Angela Lansbury intervista: L’Oscar e gli altri prestigiosi premi per i suoi film
Nella sua lunga carriera di attrice, Angela, non ha solo conquistato numerosissimi fan ma anche moltissimi premi: 6 Golden Globes, 5 Tony Awards (i premi più importanti del teatro statunitense) e infine anche un Oscar alla carriera. Angela conclude l’intervista dicendo: “Voglio essere ricordata come un’attrice che con il proprio lavoro ha permesso alle persone di evadere dalle loro vite e poter essere trasportate in altri spazi della vita che altrimenti non avrebbero potuto sperimentare”.
Angela Lansbury – Foto: ADAM NEMSER / IPA
