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Bang Bang Baby, la serie crime all’italiana rivoluziona gli stereotipi del genere e apre nuovi orizzonti

La serie italiana, prodotta e distribuita da Amazon Prime Video, è riuscita a spingersi oltre il già visto raccontando una storia di mafia da un punto di vista inedito che rompe prepotentemente la rigidità degli stereotipi

di Sara Radegonda | 14 Maggio 2022
Arianna Becheroni in Bang Bang Baby Foto: Ufficio stampa Amazon Prime Video

Pizza, spaghetti…e mafia. Questa è l’Italia. O meglio è così che, sin dai tempi che furono, il Bel Paese viene stereotipatamente rappresentato: dall’eterna trilogia de Il Padrino di Francis Ford Coppola alla ben più moderna Gomorra, la serie ispirata all’omonimo romanzo di Roberto Saviano. Di storie di mafia ne sono raccontate tante, forse fin troppe, ma nessuna ha mai saputo uscire dagli stereotipi classici del genere crime all’italiana per elevarsi a qualcosa di nuovo come ha fatto Bang Bang Baby, la nuova serie Made in Italy prodotta e distribuita da Amazon Prime Video. Diretta da Michele Alhaique, la serie in 10 episodi – gli ultimi 4 usciranno sulla piattaforma il 20 maggio – racconta la storia di Alice (Arianna Becheroni), un’adolescente che vive, nella seconda metà dei gloriosi anni ’80, insieme alla madre in una piccola cittadina nella provincia di Verona. A pesare sulla sua giovinezza, l’ombra della morte del padre che, però, scopre essere in realtà ancora vivo.

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Dopo aver portato alla luce le bugie della madre Alice inizia la sua discesa agli inferi, alla scoperta della famiglia paterna, un potente clan della malavita organizzata milanese legata alla ‘ndrangheta calabrese. “Barone non è un cognome, ma una maledizione” e Alice lo scoprirà a sue spese soprattutto nel momento in cui, spinta da un’irrefrenabile e incontrollabile voglia di appartenenza, decide di sposare gli immorali principi della famiglia per aiutare il padre. La giovane trova quindi nella violenza e nella cultura del sangue della famiglia Barone il suo posto. Un mondo dove il calore della famiglia nasconde vendette, tradimenti e omicidi e in cui a dominare è la lealtà familiare – tra ragù  kalashnikov; tutto perfettamente controllato dalla nonna Lina (Dora Romano, L’amica geniale), feroce matriarca del clan.

Bang Bang Baby recensione

Arianna Becheroni in Bang Bang Baby
Foto: Ufficio stampa Amazon Prime Video

 

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Se la trama della serie non contiene apparentemente alcuna novità sul tema della mafia, a rivoluzionare il panorama corrente è senza dubbio il modo in cui viene raccontata: dimenticatevi l’austerità e la serietà dei crime all’italiana intrisi di realismo, perchè con Bang Bang Baby si è finalmente arrivati ad un punto di svolta. La serie scritta da Andrea Di Stefano decostruisce e rivoluziona totalmente gli stereotipi del genere e al tradizionale registro si sostituisce uno più grottesco che raggiunge, nel suo apice, un surrealismo inatteso. A completare un quadro di novità c’è soprattutto la bellezza della fotografia che gioca con il contrasto tra l’oscurità e i colori accesi dei neon – che dominando la scenografia – creando un effetto straniante. Oltre al pregio degli aspetti tecnici, il particolare vincente della serie di Amazon Prime Video è l’estetica anni ’80 che non viene relegata a semplice scenografia ma i cui riferimenti si intrecciano perfettamente con la narrazione; sottolineata anche da una colonna sonora calzante.

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Bang Bang Baby recensione: la serialità italiana si apre a nuovi orizzonti

Alice vive da adolescente gli anni della Milano dei Paninari fatta di edonismo e bella vita, bombardata dagli spot televisivi e dai nuovi symbol della cultura pop in cui ricerca continuamente la via d’uscita da una vita che continua a non appartenerle fino in fondo. Nella prima puntata infatti per evadere dall’impasse di un’inettitudine dominante, Alice decide di prendere ispirazione dalla pubblicità della Big Bable in cui una giovane cowgirl, con la pistola, riesce a mettere ognuno al proprio posto. Un episodio che, solo in seguito, si scoprirà essere una metafora del futuro della giovane discendente dei Barone. Si può dire che Bang Bang Baby ha compiuto una piccola rivoluzione copernicana nel panorama delle serialità italiana che potrebbe così aprirsi a nuovi orizzonti estetici e narrativi, vendibili anche oltre confine.

Bang Bang Baby recensione

Arianna Becheroni e Giuseppe De Domenico in Bang Bang Baby
Foto: Ufficio stampa Amazon Prime Video