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Maid, la commuovente serie che guida alla riscoperta della bellezza di essere umani

Dieci episodi che raccontano una storia di povertà senza ricorrere al filtro della compassione, ma ricorrendo ad una narrazione scarna e diretta che, con rispetto, porta lo spettatore alla totale empatia

di Sara Radegonda | 21 Novembre 2021
Foto: RICARDO HUBBS/NETFLIX © 2021

Il mondo della serialità ci ha abituati a non dover mai fare i conti con la fine, perché se anche una storia termina con l’ultimo episodio rimane comunque reale la possibilità di una seconda stagione, poi di una terza, di una quarta…Tale meccanismo, in moltissimi casi, ha portato a rovinare completamente quei racconti pensati per finire che tradendo la loro essenza sono caduti vittime del trascinamento, spesso superficiale, spesso inutile. Così quando ci si trova di fronte a storie fatte e finite – e per questo incredibilmente reali – si finisce per rimanerne quasi amareggiati, come se tutto il “divertimento” fosse racchiuso nella potenzialità di un racconto infinito.

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La coerenza è senza dubbio uno dei pregi di Maid, la serie Netflix che porta sul piccolo schermo la vita di una giovanissima madre single che, senza soldi e costretta a fuggire dalla propria casa a causa degli abusi psicologici subiti dal compagno, fa di tutto pur di crescere nella maniera più serena possibile la figlia, Maddy. Una storia di povertà e riscatto come se ne sono già viste molte, sia a livello audiovisivo sia nella letteratura, non a caso la serie si ispira al romanzo Maid: Hard Work, Low Pay, and a Mother’s Will to Survive, di Stephanie Land, che nel 2019 riuscì ad entrare nella classifica del New York Times al terzo posto tra i titoli più venduti sul mercato statunitense. Però ciò che ha permesso alla serie di scalare le classifiche della piattaforma è senza dubbio il modo scelto per raccontare la storia di Alex, interpretata da Margaret Qualley (la Pussycat di C’era una volta a…Hollywood).

Maid Netflix

Foto: RICARDO HUBBS/NETFLIX © 2021

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La serie percorre, passo dopo passo, la situazione di estremo disagio di Alex, senza pietismo e senza mai cercare il conforto o la compassione dello spettatore. Ed è esattamente la pretesa di non dover per forza far leva sulla pietà che rende la visione ancora più potente, in quanto la sofferenza della protagonista diventa la stessa dello spettatore ma per due motivazioni diametralmente opposte: Alex soffre per la condizione in cui è costretta a vivere – a causa di un sistema evidentemente inadeguato – invece il pubblico accoglie il punto di vista di dell’istituzione mentre, da una situazione di privilegio, guarda inerme la difficoltà di qualcuno e non ha idea di come potrebbe aiutare. Inoltre, a sostenere il senso di correttezza e comprensione è la protagonista, la cui recitazione non va mai oltre un registro che la renderebbe più afflitta e bisognosa di aiuto, bensì infonde coraggio e ammirazione in chi la guarda, quel desiderio di sopravvivenza tipico di chi, dalla vita, non ha mai avuto nulla.

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Maid Netflix recensione: una Comédie humaine in versione audiovisiva

Alex, così come tutti gli altri personaggi della serie, compie un percorso di evoluzione verso una consapevolezza sempre maggiore del suo valore: inizia con la dura accettazione di essere vittima di abusi psicologici per poi – dopo la rovinosa ricaduta – alla coscienza di poter dare alla figlia quello che lei non ha avuto, inseguendo il grande sogno della scrittura. All’interno del racconto infatti irrompe anche il meccanismo metanarrativo, perché sarà proprio il suo lavoro di maid (donna delle pulizie) all’interno delle case che le regalerà la sua seconda possibilità e le permetterà di entrare (di nuovo) all’università. Nella sequenza finale mentre la macchina di Alex e Maddy si allontana verso il Montana, verso la nuova vita, innesca il fatidico respiro di sollievo, velato dall’amarezza di quel pubblico che rimane comunque inerme. Maid è una grande lezione di empatia, non solo a livello umano ma anche audiovisivo, perché spinge alla riflessione e alla consapevolezza che ci riscopre più fragili e più umani.

Maid Netflix

Foto: Cr. RICARDO HUBBS/NETFLIX © 2021