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Ghali a cuore aperto: “Devo tutto a mia madre, anche se non è stato facile”

Il cantante milanese Ghali a cuore aperto con Vanity Fair racconta la sua vita e la sua infanzia tra multiculturalità e difficoltà

di Redazione Rumors.it | 1 Ottobre 2021
Foto: Ufficio stampa Sky

Il nuovo numero di Vanity Fair, in edicola fino al 5 ottobre, chiude la trilogia dedicata ai valori che influenzano la moda contemporanea. In copertina Ghali, il cantante milanese simbolo di una generazione che sta facendo della multiculturalità una ricchezza su cui costruire il futuro. In una toccante intervista con la scrittrice Nadeesha Uyangoda, il cantante racconta a cuore aperto la sua infanzia e il suo rapporto con la famiglia e le sue origini.

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Ci sono giorni in cui mi fermo e ringrazio mia madre mille volte. Mi ha dato molto, mi ha insegnato i valori”. Sono queste le parole che Ghali utilizza per parlare della madre, figura sempre presente nella sua vita quotidiana, ma anche nei testi di alcune sue canzoni come Ninna nanna, Ricchi dentro, Come Milano. All’età di diciotto anni, la madre fuggì dalla Tunisia calandosi dalla finestra con solo una borsa. Della sua fuga sapeva solo una zia. Ha fatto una tratta strana per giungere in Europa, e ha girato un po’ prima di arrivare in Italia. “La ringrazio di avermi fatto nascere e crescere qui“, dichiara il cantante che ha vissuto la sua infanzia nelle case dell’Aler (Azienda Lombarda Edilizia Residenziale Milano) nella periferia milanese di Baggio.

Foto: Instagram @ghali

 

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“Non so se conosci la procedura (per ottenere una casa con Aler ndr)” chiede Ghali all’intervistatrice Nadeesha. “È una procedura per cui hai tre scelte e non puoi mai tornare indietro: in pratica, ti fanno vedere tre case e se tu dici di no alla prima, te ne fanno vedere una seconda, ma l’ultima la devi per forza prendere, e non ti è permesso tornare sulle altre due possibilità. Se non ti piace la seconda casa, non puoi chiedere la prima che hai visto. Quindi la nostra opzione iniziale era una casa distrutta, tipo le case a Giambellino. Quella a Baggio era una casa okay, in un quartiere okay — e ci siamo fermati”.

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Ghali infanzia: “Ogni trasferimento era un addio”

Il cantante milanese racconta molto anche della sua infanzia, caratterizzata dalla multiculturalità. Dichiara di aver avuto difficoltà ad integrarsi nei gruppetti dei suoi coetanei perché era periodicamente costretto a cambiare abitazione per cause di forze maggiori dei genitori. “Ogni trasferimento era un addio. A Baggio ho cominciato una vita nuova, ma con una consapevolezza che mi portavo dietro dagli altri quartieri, come fosse una valigia”.

Le sue culture e le lingue che hanno caratterizzato la sua infanzia (arabo e francese), si riflettono anche nelle sue canzoni: “Io non ho studiato tanto, nella vita, ma nel tempo ho ascoltato e osservato ciò che mi colpiva: se inserisco delle parole arabe nei miei testi, è perché mi piacciono, mi rimbombano nella testa dalla mia infanzia”. Conclude anche con un piccolo spoiler sulle prossime uscite musicali, che a quanto pare conterranno suoni e parole delle altre lingue: “sentirete davvero le mie origini”, dichiara Ghali. E noi ci crediamo.

ghali copertina vanity fair

Foto: Ufficio Stampa