Abbiamo lasciato il tribunale federale di Brooklyn lo scorso agosto, con il 54enne R Kelly a testa bassa e in silenzio dopo aver ricevuto accuse molto pesanti: estorsione, sfruttamento sessuale di minore, rapimento e corruzione, per un periodo che va dal 1994 al 2018. Descritto come un “predatore” di giovani donne e ragazze afroamericane dall’accusa, è stato definitivamente condannato da una giuria composta da sette uomini e cinque donne.
“Non importa quanto ci vuole, il lungo braccio della legge prima o poi ti raggiungerà”. Con queste parole la procuratrice Jacquelyn Kasulis commenta il lungo processo e il verdetto finale, arrivato 13 anni dopo la prima assoluzione dall’accusa di pornografia infantile emessa da un tribunale dell’Illinois. Fondamentale per la decisione la testimonianza di 45 persone e alcune registrazioni audio e video. L’assistente procuratore degli Stati Uniti Maria Cruz Melendez ha descritto Kelly come “un predatore che ha usato la sua fama, popolarità e gli individui a sua disposizione per prendere di mira e adescare ragazze, ragazzi e giovani donne per la sua gratificazione sessuale”.
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Foto: Youtube
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La star dell’R&B avrebbe guidato per oltre vent’anni un’organizzazione criminale a Chicago che reclutava giovani donne, spesso anche minorenni, sottoponendole ad abusi sessuali e psicologici. Sfruttando fama e notorietà, sceglieva le vittime fra il pubblico dei suoi concerti o attraverso offerte di aiuto per far decollare le loro carriere musicali. Poi, l’incubo: le malcapitate erano sottoposte a violenze indicibili e punite in caso di violazione delle regole che venivano loro imposte.
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R Kelly condanna: ora rischia l’ergastolo
Dichiarato colpevole di nove gravissimi capi d’accusa, il rapper R Kelly, vincitore di tre Grammy Awards nel 1998 e conosciuto soprattutto per la sua hit I Believe I Can Fly, rischia l’ergastolo. Continuando a dirsi non colpevole ed estraneo ai fatti, Kelly attenderà in un carcere federale il verdetto finale, fissato per il 4 maggio del prossimo anno.
