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Perché Pio e Amedeo non hanno nulla a che fare con il politicamente (s)corretto

La coppia, con la sua comicità un po’ stantia, è l’emblema perfetto di una televisione che si rifiuta di stare al passo con la società che la genera

di Beatrice Anfossi | 10 Settembre 2021
Ph. Alessandro Bremec, Fabio Izzo, Elena Di Vincenzo

Settembre comincia davvero soltanto quando la tv ci regala il suo primo polverone: ed ecco che tutta la macchina si rimette in moto. Perché se è vero che i social sono diventati un’indispensabile cassa di risonanza è anche vero che i programmi televisivi, meglio se in diretta, rimangono il terreno più fertile per gaffe, scivoloni e polemiche. A inaugurare l’anno ci hanno pensato questa volta Pio e Amedeo, con la straordinaria partecipazione (su Instagram, direttamente dal letto) di Federico Lucia, in arte Fedez.

Lo sfondo: il palco dei Seat Music Awards trasmessi su Rai 1 giovedì sera; la premessa: la polemica, con annessa querela, tra Fedez e mamma Rai, che risale agli eventi del 1° maggio. In occasione del concertone di Roma infatti, il rapper aveva accusato i vertici della tv di Stato di censura, dopo aver ricevuto pressioni per non pronunciare un discorso che prendeva di mira diversi nomi della politica. Ebbene, Pio e Amedeo hanno fatto la loro apparizione sul palco proprio per smentire queste pressioni e sottolineare, apertamente, la totale libertà di espressione garantita dalla Rai.

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Foto: Ufficio stampa

E chi meglio di loro per farlo? La coppia, solo qualche mese fa, si era fatta paladina proprio della libertà di espressione “intrattenendo” il pubblico di Amici di Maria De Filippi a suon di battute, a loro dire, politicamente scorrette: “In tv non si può più dire niente, né negro, né frocio”. Ed ecco qui il lampo di genio, Pio e Amedeo – banditi senza troppo clamore da Mediaset, sommerso dalle critiche dei telespettatori – vengono invitati dalla Rai per essere premiati come “innovatori del linguaggio della televisione”. Loro che hanno tentato, in maniera del tutto fallimentare, di riportare il discorso televisivo a quello che è stato, e che non è più.

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E non per forza perché l’Italia sia schiava del politicamente corretto – non è vero che non si può più dire niente, e loro ne sono la dimostrazione più evidente – ma semplicemente perché la televisione, così come il suo linguaggio e la sua iconografia, sono destinati a mutare nel tempo, a evolvere. Esattamente come evolve la società del quale sono riflesso e conseguenza. Perché duole dirlo, ma la televisione ha perso il suo ruolo educativo da un pezzo, se mai lo ha avuto, e con esso la capacità di influenzare la società che la genera. Quindi è giusto che vi si adegui, se non vuole soccombere nella sua stessa inadeguatezza.

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Pio e Amedeo, la polemica non ha niente a che fare con il politicamente corretto

Quelle pronunciate da Pio e Amedeo non sono solo “ovvietà diventate blasfeme secondo il regime del politicamente corretto”, come ha scritto qualcuno su Twitter. Sono espressioni figlie di un retaggio che con grande sforzo la società civile sta cercando di superare: un retaggio omofobo, sessista e razzista che non ha nulla di positivo ed edificante se non legittimare quella che ormai è una minoranza di persone rimaste legate a un passato destinato a scomparire.

E quale ruolo ha in tutto questo Fedez? Nessuno, in realtà. Se non la responsabilità di essersi trovato dall’altra parte della barricata, facile bersaglio di chi non ha carte nel proprio mazzo se non l’asso dell’ingiuria. Non che Fedez sia esente da critiche, o che il suo attivismo non abbia talvolta l’ombra della vanità del consenso, però gli va almeno riconosciuto di aver scelto di combattere battaglie figlie del suo tempo.