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Junior Cally: “L’alcol mi faceva sentire forte. Poi ho scelto di salvarmi”

Il rapper ha raccontato del suo percorso di rehab, per superare la dipendenza dall’alcool e i problemi legati al suo Disturbo ossessivo compulsivo

di Redazione Rumors.it | 25 Agosto 2021
Foto: Ufficio Stampa

Era il 15 luglio quando, con un post su Facebook, il rapper Junior Cally annunciava di essere in rehab per curare le dipendenze da alcol e sesso compulsivo. Ora, a poco più di un mese di distanza, il rapper è appena uscito dalla clinica toscana e al Corriere della sera ha raccontato di essere un uomo nuovo.

Nato a Focene, in provincia di Roma, il rapper prima del successo di giorno si spaccava la schiena facendo pulizie, e la notte andava a rappare, per trasformare la sua rabbia in speranza. Sbarbato, capelli corti e il volto da “cattivo, brutto e sporco”, che all’epoca esordì con una maschera a gas, cantando la trilogia delle carceri, Alcatraz, Guantánamo, Arkham. A Sanremo fu massacrato per una vecchia canzone ritenuta sessista. Ma perché la maschera? “Perché tanto qualsiasi cosa avessi fatto, non mi avrebbero considerato. Dovevo diventare un altro per essere un idolo”, ha raccontato il rapper.

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Ho chiesto io di essere ricoverato. Volevo smettere di bere, staccare ogni contatto. Ma ogni giorno scoprivo che non ero pronto affatto. Da quasi 45 giorni non tocco un goccio, ma non è facile“, ha confessato Cally. Non è stato facile vivere di psicanalisi, meditazione e yoga, ma solo così il cantante si è reso conto di cosa si perdeva quando già prima di pranzo iniziava a bere vino, fino ad arrivare a sera con almeno tre bottiglie di rosso, grappe e amari, fino a svenire. In rehab ha scoperto il sapore del caffè la mattina senza postumi della sbornia. “Poi ovvio ho avuto momenti bui. Ancora ci sono quelli in cui mi dico: voglio bere. Credo di bere per anestetizzarmi, per insicurezza. L’alcol mi fa sentire forte, mi fa evadere dal Doc di cui soffro da quando ho 18 anni”, ha dichiarato il cantante al Corriere della sera.

Junior Cally

Foto: Ufficio Stampa

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Ma facciamo un passo indietro, cosa è successo a 18 anni? Da adolescente Junior Cally giocava a calcio, faceva provini e andavano tutti alla grande, ma puntualmente lo respingevano: aveva le piastrine troppo basse. Le prime visite dicevano che si trattava di leucemia, da qui le continue visite in ospedale e molteplici divieti. A 15 anni la domanda delle domande: “Mamma se devo morire, me lo devi dire“. Ai 18 anni si capì tutto: non era leucemia, ma una malattia autoimmune, la paura di morire però è rimasta, e bere aiutava molto: “Se sei ubriaco non riesci neanche ad aprire la porta, figuriamoci a contare le volte che spegni la luce”.

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Junior Cally news: “Ora so che si è più ubriachi da sobri”

Durante il lockdown la situazione è degenerata: “Ho sempre bevuto, ma lì ho aumentato, a tal punto da non ricordarsi cosa avevo fatto la mattina. Le insicurezze prendevano il sopravvento. Dopo, con le riaperture, stavo sempre in giro per discoteche, conoscevo una ragazza, ci andavo a letto, e il giorno dopo mi sentivo sporco, sbagliato”, ha confessato Junior Cally. Così è arrivato al sesso compulsivo: la sera andava a letto con una, il giorno dopo con un’altra, così per un anno. Quella del sesso è un’ossessione che ritroviamo anche nel suo singolo Come Monet, in cui il protagonista del racconto va a letto con tre donne, e poi con le mogli di politici e calciatori.

Questa storia racconta i tre mesi più sessualmente densi, peggiori. “Mi dicevo: devo essere il primo, è sposata, ma vuole me“, ha confessato il rapper. Ora che il peggio sembra essere passato, Junior vede e sente più cose: “Mi accorgo dell’insetto sul fiore. Prima ero a letto con una, ma non la vedevo. Ora, so che si è più ubriachi da sobri“, ha concluso il cantante, che il 10 settembre uscirà con il suo terzo album Un passo prima.

 

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