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La seconda stagione di Summertime: l’utopia lascia il tempo che trova

Giovedì 3 giugno, Netflix ha rilasciato la nuova stagione di Summertime, la serie che, durante il lockdown, ci aveva regalato quel momento di sana leggerezza di cui avevamo bisogno

di Sara Radegonda | 7 Giugno 2021
Foto: Netflix

Ci eravamo lasciati con Ale su un aereo diretto a Barcellona, pronto ad inseguire il suo grande sogno, e Summer amareggiata e sospesa in un limbo tra realtà e sentimento, ma sempre con la musica nelle cuffie. Inutile dire che l’hype per questa seconda stagione era altissimo, soprattutto perché i primi otto episodi – usciti durante il lockdown – ci avevano regalato quella spensieratezza che profuma di giovinezza e d’estate di cui avevamo tanto bisogno.

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Il successo della prima stagione era riconducibile alla leggerezza nel raccontare gli amori e le dinamiche estive che appartengono al vissuto di ognuno di noi, innescando anche quel tocco di sana nostalgia che nella serialità funziona sempre così bene. Una freschezza che traspariva in ogni singola componente: dal montaggio, alla recitazione (fatta per la maggior parte di esordienti) passando per una scrittura che puntava tutto sulla semplicità e senza sovrastrutture. Il perfetto equilibrio costruito – che ci aveva fatto sognare – si scontra con la dura e cruda realtà di un’utopia che va, totalmente, in frantumi.

Foto: Netflix

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Dopo un inizio sottotono, in cui ancora si intravede la magia a cui ci aveva abituato la prima stagione, bastano pochi minuti per assistere alla distruzione totale dell’idillio. Si passa dal limpido sapore di innocenza ad una trama degna della soap opera più spiccia, fatta di tradimenti, bugie, ritorni di fiamma e sotterfugi. Ale e Summer si trovano divisi tra nuovi amori e il legame che li tiene insieme ma che sembra non trovare una degna fine, in un gioco di scontati egoismi. Il personaggio della giovane e ingenua Summer subisce una parabola discendente in cui la sua immaturità si rivela prepotentemente agli occhi dello spettatore; mentre Ale – nel bene e nel male – mantiene una coerenza tale da rivelarlo come il buono della storia, in un finale scioccante che lo vede inginocchiato e in lacrime di fronte alla fatalità della vita.

Seppur destabilizzante questa stagione sembra voler raccontare l’altra faccia dell’adolescenza, quella fatta di amori sofferenti e sentimenti forti e irrazionali tipici di quell’età. Ciò che, però, a questa serie non si perdona è l’esagerata recitazione di alcuni attori – la quale ha evidenziato l’inesperienza di buona parte del cast – insieme ad una banalità disarmante che ha caratterizzato i dialoghi dall’inizio alla fine. Il finale della seconda stagione prelude ad un terzo capitolo, di cui ancora non si sa nulla. Certo è che, se continuerà su questa nuova linea, non promette molto bene.

 

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