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Fedez e gli psicofarmaci: la Società Italiana di Psichiatria chiarisce le sue parole

Emi Bondi, Presidente della Società Italiana di Psichiatria, ha chiarito a Today alcuni punti del discorso che Fedez ha fatto riguardo gli psicofarmaci. Ecco le sue parole

di Redazione Rumors.it | 9 Marzo 2023
Foto: Instagram screenshot storie @fedez

Non più tardi di qualche giorno fa, il rapper Fedez ha condiviso alcune storie Instagram in cui ha raccontato ai fan di aver assunto psicofarmaci e di aver avuto effetti collaterali. Il cantante, seguito da milioni di persone, ha voluto sensibilizzare sull’importanza che deve essere data alla salute mentale e ai passi avanti che la medicina è riuscita a compiere. Il giornale online Today, ha voluto dar voce anche al parere di un’esperta. Per questo ha intervistato Emi Bondi, presidente della Società Italiana di Psichiatria. La Bondi ha risposto ad alcune domande riguardanti le parole pronunciate da Fedez nelle sue storie e chiarendo alcuni punti imprecisi.

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Fedez psicofarmaci: i chiarimenti della Presidente della Società Italiana di Psichiatria.

Ad Emi Bondi è stato chiesto cosa sia il cosiddetto “effetto rebound” che Fedez ha citato nelle proprie storie. Il cantante ha rivelato di esserne rimasto vittima a causa dell’assunzione di alcuni psicofarmaci, presi per curare la depressione. La Presidente ha dichiarato: “Non conosco la sua situazione specifica ma posso dire generalmente che i farmaci che agiscono sul sistema nervoso non devono mai essere sospesi bruscamente ma gradatamente e sotto prescrizione medica. Perché una sospensione improvvisa può determinare un effetto rebound della malattia. Ovvero il ritorno della malattia in una forma anche più accentuata o una sintomatologia cosi detta da “sospensione” appunto. Questo perché l’organismo non ha il tempo necessario a riadattarsi ad una condizione pre farmaco. I farmaci contengono sostanze, come la dopamina e la serotonina, che sono prodotte dal nostro sistema nervoso ma che magari, quando è ammalato, non produce in quantitativi adeguati”.

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Fedez – Foto: Alberto Terenghi / IPA

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Fedez effetto rebound: ecco perchè sono state interrotte le cure del cantante

Stando alle parole pronunciate da Fedez, il farmaco che assumeva contro la depressione è stato interrotto proprio a causa dei pesanti effetti collaterali. A questo proposito la Presidente Bondi ha rivelato: “Mediamente quasi tutti i nostri farmaci di ultima generazione, in particolare quelli di tipo antidepressivo, hanno pochissimi effetti collaterali. Tanto da essere usati, senza nessun problema, da milioni di persone nel mondo, in alcuni casi anche da donne in gravidanza. Questo non toglie però che ci possa essere una sensibilità individuale. Nella maggioranza dei casi sono effetti collaterali minimi. Ma ogni persona deve esserne informata al momento della prescrizione. Ad esempio alcuni serotoninergici possono dare una sensazione di nausea. In altri casi gli effetti collaterali sono più impegnativi e il medico può sostituire il farmaco con uno più idoneo“.

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Fedez malattia: gli psicofarmaci sono davvero una scorciatoia?

In molti hanno accusato Fedez di aver creato fraintendimenti circa riguardanti l’utilizzo degli psicofarmaci. Questo, per via della parola “scorciatoia” a cui il cantante li avrebbe associati. La Bondi ha dichiarato: “Non trovo corretto parlare di scorciatoia, se per scorciatoia s’intende l’uso dei farmaci rispetto ad esempio al percorso psicoterapeutico, che richiede ovviamente tempi molto lunghi. È come dire che la psicoterapia è una strada più lunga, ma più corretta per avere risultati. Non è così: la malattia va affrontata nel modo in cui può risolversi. Ci sono, a seconda dei livelli di malattia e dei tempi necessari, linee guida internazionali. In alcuni casi i disagi nascono da problematiche relazionali. In altri ci sono forme biologiche di cali improvvisi dell’umore che possono comportare grossa disabilità. C’è chi non si alza più dal letto ed arriva a pensare di togliersi la vita e non è spesso in grado di tollerare ulteriormente la malattia né è in grado di affrontare un percorso psicoterapeutico. Niente vieta che i trattamenti siano integrati, ovvero prima farmacologico e poi psicoterapeutico, ma non esistono scorciatoie né strade piane. Ci sono trattamenti indicati in base alla gravità e alla tipologia della malattia della patologia”.