Drusilla Foer, nasce come Gianluca Gori, fotografo fiorentino e giramondo per vocazione (ha vissuto a Parigi, Chicago e New York), che dalla famiglia d’origine acquisisce fin da subito la forte carica anticonformista che la porterà a diventare un’artista molto apprezzata nel web prima, e al cinema e in tv dopo, recitando nel film Magnifica Presenza di Ferzan Ozpetek e partecipando a Strafactor (lo speciale di XFactor), al Maurizio Costanzo Show e al salotto di CR-La Repubblica delle Donne.
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Su Sanremo aveva fatto già un pensierino confidando in un’intervista a Libero Quotidiano nel 2017: “Farei volentieri la valletta a Sanremo, adorerei. Ma forse sono troppo alta, 1 e 85”. Sicuramente è stata all’altezza e infatti con ironia ha co-condotto la terza serata del Festival affiancando Amadeus e prodigandosi in un monologo molto apprezzato sulla questione di genere, affrontato con impegno, ma anche con la giusta dose di leggerezza.
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“Non voglio ammorbarvi a quest’ora con parole sulla fluidità, sull’integrazione, sulla diversità. Diversità non mi piace perché ha in sé qualcosa di comparativo e una distanza che proprio non mi convince. Quando la verbalizzo sento sempre di tradire qualcosa che penso o sento. Le parole sono come le amanti quando non si amano più vanno cambiate subito. Un termine in sostituzione potrebbe essere unicità, perché tutti noi siamo capaci di coglierla nell’altro e pensiamo di esserlo. Per niente, perché per comprendere la propria unicità è necessario capire di cosa è composta, di cosa siamo fatti.”, così inizia il discorso di Drusilla che ha raccolto grandi applausi da Teatro Ariston e dallo stesso Amadeus.
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Drusilla Foer Sanremo 2022: un’artista “unica” che emoziona con il suo monologo
Un monologo che si è concluso con una promessa: “Promettetemi che ci doneremo agli altri, che accogliamo il dubbio anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni. Facciamo scorrere i pensieri in libertà e senza pregiudizio e senza vergogna. Facciamo scorrere i sentimenti con libertà e liberiamoci dalla prigionia dell’immobilità. Immaginate se il mondo non ruotasse e fisso stesse, se tutto il buio fosse nero pesto.”
Drusilla Foer è un’artista che ha saputo far riflettere e divertire, colta e sottile, che però non dimentica il sarcasmo tipico della sua terra d’origine, come quando improvvisa un siparietto con Iva Zanicchi. Presentando la sua canzone, l’aquila di Ligonchio la ferma e le dice: “Quanto sei alta”. Drusilla Foer a questo punto ribatte: “Parecchio più di te”, replicando alla Zanicchi che rincara la dose con un: “Ma hai anche altre cose più di me…” e a questo punto l’incontro se lo aggiudica la Foer che la gela con un: “Sì, sono colta”.