Kobe Bryant, a due anni dalla scomparsa il migliore amico italiano racconta la sua storia in un libro

Un ritratto intimo e personale del grande cestista statunitense fatto dal suo migliore amico italiano, Christopher

di Redazione Rumors.it | 26 Gennaio 2022
Kobe Bryant per Nike la commemorazione a Los Angeles. Foto: Lulop

Il mio Kobe, un bambino come siamo stati tutti noi, è questo il titolo del nuovo libro uscito sulla storia del grande campione di basket Kobe Bryant. Proprio oggi 26 gennaio ricorre il secondo anniversario della morte di Kobe e in suo onore l’amico d’infanzia Christopher Goldman Ward ha deciso di raccontare come un ragazzino sia diventato una leggenda. Un ritratto intimo del grande cestista statunitense, che ci permette di conoscere chi fosse quando era ancora poco più che un bambino e spiega quanto di quel 12enne fosse rimasto nel campione che tutti abbiamo conosciuto e ammirato. Da quella tragica giornata del gennaio 2020, fino ai suoi primi tiri su un vero campo da pallacanestro, il libro narra tutta la vita dell’atleta.

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L’autore della biografia, l’italiano Christopher Goldman Ward ha dichiarato: “Ero in casa quel 26 gennaio 2020. In cucina, a cena con la mia famiglia. Era una serata normale. Ricordo tutto molto nitidamente – odori, colori e stati d’animo – fino a quel momento, alle 20.25, quando il mio telefono cominciò a impazzire di messaggi in entrata”. Christopher è un architetto nato a Varese nel 1977. A 11 anni ha avuto la fortuna di incontrare e conoscere quello che poi sarebbe diventato uno dei suoi più grandi amici, Kobe Bryant. La sera tragica di cui parla era arrivato un messaggio sul telefono di tutti. Tutti a chiedere se fosse vero, se la notizia ancora frammentaria che stava arrivando dagli Stati Uniti fosse vera: la morte del campione. Quella notte arrivarono solo messaggi di cordoglio per il migliore amico italiano del più grande giocatore di basket al mondo.

christopher goldman ward

Foto: Instagram @christopher_goldman_ward

 

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Figlio di un americano e di un’italiana, cresciuto a Reggio Emilia negli anni in cui lì viveva anche la futura star della NBA, Christopher è rimasto sempre amico di quel ragazzino diventato leggenda. “Un’amicizia nata da bambini, quella fra Kobe e me, e che poi ha resistito superando gli anni e la distanza. Il ricordo non si ferma, ritorna forte, è un’emozione che diventa quasi piacevole. D’ora in poi esisterà, per me e per molti, una vita pre-Kobe e una vita post-Kobe” ha spiegato l’autore del libro, aggiungendo: “Kobe era un bambino come siamo stati tutti noi, in cui siamo tutti alla pari, in cui ognuno di noi è Kobe”. Il mio Kobe, un bambino come siamo stati tutti noi racconta di ragazzini che giocano a basket, che vanno a scuola dalle suore, che fanno le gare con i videogiochi, le Olimpiadi alla Nintendo. Racconta anche e soprattutto di una leggenda. “Nel frastuono e nello stordimento di quei giorni assurdi, ricordo che l’unico balsamo per la mia anima era il riconoscimento dell’amore che il mondo provava (e prova) per Kobe. Per il mio amico. Le esternazioni pubbliche e private dimostravano una grande reazione comune di profonda tristezza e incredulità” ha rivelato.

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Kobe Bryant libro: un amico ha raccontato la storia del grande campione

Non era mai lui a chiamare Kobe, non aveva nemmeno il numero. “Uno dei segreti della longevità della nostra amicizia sta proprio nel fatto stesso che non ci vedessimo o sentissimo regolarmente. Chi ha conosciuto Kobe lo sa: era un tipo particolare, fatto a modo suo. Si dice che non avesse amici e in un certo senso è vero: sono convinto che Kobe Bryant, il Black Mamba, non ne avesse. Kobe il reggiano, invece, ne aveva eccome. Ne aveva una, due, forse tre città piene”. A tutti gli altri ha lasciato una filosofia di vita, una mentalità fatta di impegno perché tutti in qualcosa siamo come Kobe Bryant era nel basket, inarrivabile. Il libro rappresenta quindi un dolce omaggio di chi il campione l’ha conosciuto per davvero, fuori dai riflettori.

Kobe Bryant

Foto: PrPhotos