I mesi difficili di Sharon Stone non hanno trovato una panacea al dolore, e forse, non la troveranno mai: fuggita dalla mostra del cinema di Venezia per seguire da vicino gli svolgimenti della terribile agonia di River, neanche la presenza di Sharon ha potuto qualcosa nell’impietoso destino che la famiglia ha dovuto affrontare. River, ricoverato d’urgenza per un’insufficienza agli organi, ha lasciato questo mondo a soli 11 mesi. A distanza di qualche settimana, Sharon è tornata a parlare col cuore in mano del piccolo figlioccio.
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“Niente ha aiutato la nostra famiglia a sopportare la tragica morte di River come la donazione dei suoi organi” ha rivelato Sharon Stone ai microfoni di People. “Il fatto che abbia salvato la vita a tre persone, due bambini e un uomo di 45 anni, ci ha dato un po’ di pace” ha spiegato l’attrice, rimarcando l’importanza della donazione degli organi, un processo che, oltre gli ovvi vantaggi, può essere anche un modo di lenire la sofferenza.
Foto: Instagram
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Le stesse emozioni sono trapelate anche dalle parole di papà Patrick e mamma Tasha, che sulla pagina Instagram del Center for Organ Recovery and Education hanno scritto: “Era il nostro piccolo burlone, il nostro bambino acquatico, il nostro piccolo buongustaio, ora River è diventato anche un eroe. Morendo, il nostro bambino ha dato un contributo a questo mondo molto più grande di quanto la maggior parte di noi possa mai sperare di dare”. Che fatica riuscire a dire queste parole, per i genitori del piccolo a cui Sharon ha dedicato un commovente video su Instagram ad annunciare la morte il 30 agosto.
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Sharon Stone sul nipote: “Ha salvato tre vite grazie ai suoi organi”
E con la colonna sonora più logorante ma calzante che si potesse trovare, Tears in heaven (lacrime in paradiso) di Eric Clapton, l’attrice ha dato l’addio a River, nipote di cui è stata anche madrina, e che ai microfoni di People ha salutato rimarcando l’opportunità della donazione degli organi: “Che non succeda mai, ma può accadere una tragedia nella propria vita, nella propria famiglia. Per la nostra famiglia questa opportunità di essere donatori di organi è stata una salvezza. Non tutti la pensano allo stesso modo su questo tema”.
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