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la recensione

Challengers: un affascinante intreccio di ossessione, manipolazione e potere

Challengers di Luca Guadagnino è un capolavoro anticonvenzionale in cui il dinamismo fa da protagonista

di Nadia Pieri | 25 Aprile 2024
Foto: Niko Tavernise © 2024 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved. / Ufficio stampa

Ne sentivamo parlare da mesi e, finalmente, Challengers è arrivato nelle sale cinematografiche. Il film con protagonisti i giovani Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist, diretto dal grande Luca Guadagnino, non ha deluso le aspettative rimanendo fedele a ciò che il trailer aveva già preannunciato. Due ore e undici minuti di pura tensione, scanditi dall’attrazione magnetica e sensuale che unisce i tre personaggi, ma soprattutto dal rumore potente della pallina da tennis che rimbalza sul campo. Un film dal quale è impossibile distogliere l’attenzione, che fa riflettere sulle dinamiche di potere – e talvolta di ossessione – che dominano il mondo dello sport agonistico e, in fin dei conti, la vita stessa.

Challengers, la recensione del film di Luca Guadagnino

Zendaya, la cui interpretazione è davvero impeccabile, recita nel ruolo di Tashi Duncan, un’ex stella prodigio del tennis diventata allenatrice dopo un infortunio al ginocchio. Una forza della natura che non ammette errori, sia dentro che fuori dal campo. Per Tashi, che ha dovuto rinunciare al suo futuro di atleta, il tennis non è solo ossessione, ma una vera e propria “relazione”. Sposata infatti con Art Donaldson (Mike Faist), un fuoriclasse reduce da una serie di sconfitte, Tashi sta organizzando il grande ritorno del marito la cui strategia prende una piega inaspettata quando quest’ultimo deve affrontare sul campo l’oramai rovinato Patrick (Josh O’Connor), un tempo suo migliore amico ed ex fidanzato di Tashi. A fare da sfondo all’intero film, infatti, è proprio quest’ultimo match al quale si alternano continui flashback che, scena dopo scena, svelano il passato dei tre personaggi e il profondo e morboso legame che li unisce.

Challengers Zendaya
Foto: Niko Tavernise © 2024 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved. / Ufficio stampa

Le inquadrature, dotate di un dinamismo impressionante, riescono a coinvolgere lo spettatore facendolo sentire parte del film, quasi come se si stesse assistendo al match dagli spalti del campo da tennis. Non a caso sono proprio le scene di gioco, ancora più che quelle di sesso, a creare quel mix di tensione e adrenalina in grado di accompagnarti fino all’ultimo istante della pellicola. Guadagnino ha cercato di trovare il giusto equilibrio tra la parte “sentimentale” e quella più “sportiva” della storia, anche se a prevalere è stata sicuramente quest’ultima. Il rapporto tra Tashi, Art e Patrick è stato infatti poco approfondito, probabilmente volutamente, risultando – a tratti – superficiale e confusionario. Appare invece più chiara la relazione tra i due ex migliori amici che, nonostante la rivalità sul campo e nella vita, non si sono mai davvero allontanati.

Challengers, un capolavoro che ribalta i ruoli

Il film di Luca Guadagnino sa di libertà, è anticonvenzionale e moderno. La figura predominante, infatti, è quella di una donna nera, di potere, che prende decisioni, che detta legge. Art e Patrick sono completamente ammaliati da Tashi, dipendenti dal suo giudizio (soprattutto Arth) e talvolta sottomessi. A comandare è lei e loro appaiono come semplici pedine che si muovono a suo piacimento. A unire questi tre personaggi è un desiderio malato di essere adulati, ma soprattutto di riuscire ad amare chi ti ama e di voler farsi amare da chi ami tu. Un rapporto tossico, ma al tempo stesso affascinante che risulta essere l’ingrediente vincente di questo film.

Challengers Zendaya
Foto: Niko Tavernise © 2024 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved. / Ufficio stampa