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Cannes 2023, Robert De Niro velenoso su Trump: “È stupido”. E guadagna 9 minuti di applausi

A Cannes Robert De Niro durante la conferenza stampa di Killers of the Flower Moon non si è trattenuto alcune dichiarazioni velenose su Trump: ecco le sue parole di fuoco

di Eleonora Galli | 22 Maggio 2023
Foto: Lionel Guericolas/MPP/Starface

Robert De Niro ha calcato il red carpet del Festival di Cannes come protagonista di Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese insieme a Leonardo DiCaprio e il regista. Parlando con i giornalisti, Robert non si è risparmiato alcune dichiarazioni pungenti contro l’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump. Tuttavia, non è la prima volta che l’attore si scaglia contro l’imprenditore e politico americano, anzi, è solo l’ultima di una serie di affermazioni davvero velenose. L’attore ha infatti dichiarato: “Ci sono persone che pensano che potrebbe fare un buon lavoro. Immagina quanto siano folli”.

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Robert De Niro Cannes: “Non capisco il mio personaggio”

Durante la conferenza stampa di Cannes in presentazione del nuovo film di cui è protagonista, De Niro ha apertamente definito Trump “stupido”. Il film di Scorsese infatti si ispira alla storia di un uomo di grande potere che si trova nel giro della corruzione della polizia ai danni dei nativi americani allo scopo di eliminarli dal territorio americano. Nel film, De Niro interpreta William Hale, un potente sceriffo, fortemente sostenuto dai nativi americani che però non conoscono il suo obiettivo di sterminio. L’attore ha infatti ammesso di “non capire molto il mio personaggio” e di aver fatto molta fatica ad interpretarlo poiché molto lontano dal suo pensiero e dai suoi valori.

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Robert De Niro Trump: “Conviviamo in un razzismo sistemico”

L’attore ha continuato attaccando il suo personaggio e trovando un riferimento della storia narrata nel film anche nella contemporaneità, rivedendo moltissimo del suo personaggio in Trump e nella politica americana:

Una parte di lui è sincera. L’altra parte, quella in cui tradisce le tribù, ha un atteggiamento di diritto, come se avesse da bianco il diritto di farlo. Il fatto è che siamo diventati molto più consapevoli di questa ambivalenza dopo quello che è accaduto a George Floyd: conviviamo con un razzismo sistemico e ancora oggi con il nazismo che prova a risbucare da varie parti.