Julia Elle, il caso Disperatamente mamma: le bugie hanno le gambe corte. La memoria pure?
Sul web è il tema del momento: sembra che la star di Instagram Julia Elle, aka Disperatamente mamma, abbia mentito su molti aspetti delle vicende che coinvolgono lei e i suoi figli. Ma il punto della questione qual è?
Non abbiamo fatto in tempo ad archiviare la Laurea prodigio di Carlotta Rossignoli, che il web ha già trovato una nuova Giovanna D’Arco da ardere sul rogo: si tratta di Disperatamente Mamma, alias Julia Elle (che in realtà si chiama Giulia, con la G, abbiamo scoperto di recente). La piazza non è quella di Rouen, ma quella di Instagram e Twitter. Inoltre, la differenza sostanziale sta nel fatto che Julia Elle non è una martire, ma semplicemente l’ennesimo personaggio del web che ha propinato al suo pubblico un racconto di sé rivelatosi in parte falso (vi dice qualcosa Imen Jane?). Ma andiamo con ordine: che cosa è successo?
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Julia Elle è una mamma influencer, diventata famosa sui social network grazie alla condivisione di momenti di “spontanea” vita quotidiana in compagnia dei figli Chloe e Chris, ai quali si sono aggiunti poi il marito Riccardo e la figlia avuta da quest’ultimo, Chiara. Julia Elle, che nella vita voleva fare la cantante, ha trovato nella realizzazione di contenuti sul suo ruolo di mamma una vera e propria gallina dalle uova d’oro. Gag sulla gravidanza e sulla gestione dei figli, consigli spassionati su come educarli e su come “non perdere la pazienza” e poi le lezioni di vita sull’armonia di una famiglia allargata e felice, in cui spiccava l’ex compagno Paolo, padre – o almeno questo ci era stato raccontato – dei primi due figli.
Foto: Instagram @disperatamentemamma
Un racconto a tratti stucchevole, che le è valso la pubblicazione di cinque libri, 650 mila follower su Instagram e diverse ospitate in televisione, ma soprattutto il ruolo di guida pedagogica di tante madri insicure. Ebbene, questa bolla fatata costruita con fatica negli anni è esplosa all’improvviso il 3 ottobre, quando l’ex compagno di Julia Elle ha usato Instagram per fare una dichiarazione che ha dato il via a una serie infinita di rivelazioni. Tutta la storia raccontata da Disperatamente Mamma nei suoi libri si è rivelata, a quanto pare, falsa: Paolo Paone, produttore musicale, è sì il padre della primogenita Chloe, ma non del secondo figlio Chris, come Julia Elle aveva approfonditamente raccontato nel suo primo romanzo autobiografico Disperata e felice. E fin qui tutto okay, mentire è grave ma d’altronde sono affari loro: che cosa gliene dovrebbe importare al pubblico di chi è figlio chi?
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Forse nulla, se non fosse che a Julia Elle forse è sfuggito che il web dimentica in fretta, ma prima di dimenticare scava, indaga e recrimina. Perché il pegno da pagare per aver offerto per anni un modello di perfezione al quale ambire, è che non appena ce ne sarà l’occasione, quel modello verrà distrutto senza esclusione di colpi: riportato nel mondo dei comuni mortali e dipinto non più come migliore degli altri, ma addirittura peggiore. La situazione, già di per sé perfetta per esporre l’influencer alla gogna mediatica, è precipitata quando Julia Elle, per spiegare la sua omertà, ha pubblicato alcuni video in cui rivela di aver raccontato bugie per proteggere i suoi figli da un ex – quello di cui sopra – a suo dire violento (con tanto di screenshot di chat tra i due, dai toni indubbiamente molto gravi).
Mentre quindi la faccenda si fa sempre più intricata e, soprattutto, prende la strada del Tribunale, non spetta certo a noi sentenziare se ci sia di mezzo violenza domestica o psicologica (una situazione SEMPRE da condannare); se la casa in cui vive Julia Elle sia in affitto oppure comprata (come lei sosteneva in alcuni contenuti che si è premurata di archiviare, mentre su Twitter si diffondeva la notizia che in realtà quella stessa villa è in vendita su un noto portale); o se in realtà Giulia Cutispoto (è questo, alla fine, il suo vero nome) abbia frequentato un celebre collegio dell’elite torinese e quindi non provenga affatto da una situazione economica indigente, come spesso ha lasciato intendere su Instagram; o infine se la Julia Elle srl, società da lei fondata, abbia prodotto realmente spot celebri trasmessi in tv, come sempre lei ha raccontato nel rispondere ad alcune domande dei suoi follower.
Foto: Instagram @disperatamentemamma
Tutti questi elementi, lanciati come sassi dal pubblico inferocito nei confronti di chi l’ha tradito, passano in realtà in secondo piano. Quello che emerge, soprattutto, è un tema diventato negli ultimi anni sempre più evidente: il web non è altro che una versione destrutturata di quella che la sociologia ha teorizzato come massa, ovvero un insieme “estemporaneo di individui caratterizzato da facile suggestionabilità e comportamenti violenti”. Se da un lato queste persone tendono naturalmente, per spirito emulativo, a riunirsi intorno a una capo carismatico – l’influencer di turno – con la stessa enfasi e il medesimo ardore si impegneranno nel distruggere quel personaggio che loro stessi avevano creato. L’attenzione morbosa per il fallimento subentra così all’ammirazione, quando in questi casi l’unica arma vincente da giocare sarebbe la totale indifferenza.
Si parla spesso di cancel culture, ovvero di quella “cultura della cancellazione” che secondo molti viene imposta a personaggi rei di avere commesso un passo falso. Ebbene, sembra che questa prassi valga in alcuni ambienti – come quello assolutamente ipocrita di Hollywood – ma sia allo stesso tempo del tutto estranea rispetto ad altri, uno su tutti Instagram. Ce lo dimostrano casi emblematici come quello di Imen Jane, la divulgatrice che si era finta laureata, oppure di Giulia Torelli, influencer le cui parole spesso pesanti e fuori luogo scatenano polveroni che si concludono in un nulla di fatto.
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La stessa cosa succederà con Julia Elle, i cui follower in questi cinque giorni sono paradossalmente aumentati, non diminuiti. Come le vittime si affezionano al proprio carnefice, così il pubblico prima gode nel vedere messo alla gogna il personaggio da cui si è sentito preso in giro, poi si incuriosisce rispetto alle ripercussioni che questa gogna avrà sulla sua reputazione, e infine per inerzia rimane spettatore passivo di un ritorno progressivo alla normalità, fatta esattamente degli stessi contenuti proposti prima. Come se l’errore fosse una parentesi tra un adv e l’altro, un cavallo imbizzarrito su cui – se si impara a stare in sella – si potrà continuare a cavalcare.
Per quanto tempo riuscirà Julia Elle a mantenere la sua bolla intatta mentre intorno a lei infuria il caos? In una rielaborazione fiabesca del celebre meme “This is fine”, mentre la narrazione costruita a colpi di copy e capitoli di libri si frantuma in mille pezzi, Disperatamente Mamma non demorde e continua a propinarci la favola dei figli brillanti e del marito amorevole. Forse, però, la vera domanda da porsi è: per quanto infurierà il caos? Ovvero, quanto ci metterà il pubblico a dimenticare? Se la storia insegna, pochissimo.