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Lasciate in pace Sissi e ridateci indietro Romy Schneider: perché la serie di Canale 5 non convince

A volte è bello che le favole rimangano tali, senza per forza volerle rendere crude, reali e a portata di binge watching

di Beatrice Anfossi | 29 Dicembre 2021
Dominique Devenport e Jannik Schümann, Sissi - Foto: Ufficio Stampa Mediaset

Nel mondo ci sono due categorie di persone: quelle che sono cresciute con il mito della Principessa Sissi, e tutte le altre. Le prime, che trepidanti ieri sera si saranno sedute davanti alla televisione, alla fine dei primi due episodi della serie Sissi, andata in onda su Canale 5, probabilmente avranno pensato una sola cosa: ridateci indietro Romy Schneider.

Per tutti gli altri, un po’ di contesto: Elisabetta di Baviera, Imperatrice d’Austria e moglie di Francesco Giuseppe, visse tra il 1837 e il 1898, diventando una vera e propria icona del suo tempo. La sua storia, insieme fiabesca e drammatica, divenne ovviamente oggetto di adattamenti cinematografici più o meno romanzati. Il più famoso di questi è la trilogia in cui Sissi viene interpretata dalla bellissima Romy Schneider, che con l’Imperatrice ebbe in comune lo sguardo malinconico e il destino tragico.

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Foto: Mediaset Infinity

 

Sissi serie Canale 5: la versione austro-ungarica di Bridgerton

Della fiaba, dell’amore e della malinconia di cui i tre film degli anni Cinquanta sono intrisi, nel riadattamento tedesco andato in onda ieri sera su Canale 5 non troviamo nulla. In quella che altro non è che una versione austro-ungarica di Bridgerton, è tutto sbagliato: a partire dai costumi, che invece costituivano il vero fiore all’occhiello dei precedenti film. Nel primo episodio, Sissi, ostinata e polemica, decide di presentarsi alla corte del cugino imperatore vestita di nero (impensabile all’epoca). Come se non bastasse, la madre e le figlie si presentano con lo stesso abito del viaggio al the del pomeriggio e poi, addirittura, al gran ballo del fidanzamento: uno scenario difficilmente verosimile in una corte imperiale dell’Ottocento.

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Probabilmente, la scelta della produzione di tralasciare questi dettagli è mirata a concentrare tutte le attenzioni su un solo ed esclusivo tema: il sesso. La serie si apre così, con una giovanissima duchessa intenta a procurarsi piacere in camera sua (a 15 anni? Nel 1853?) e che, una volta promessa in sposa, pensa bene di recarsi in un bordello per chiedere consigli alla concubina del futuro marito, per paura di risultare deludente durante la prima notte di nozze. E se possiamo accettare lo spaccato – di certo realistico – di un Franz già dedito ai piaceri della vita, viene difficile immaginarsi un’Elisabetta sì indipendente e coraggiosa, ma in un modo così frivolo e superficiale.

L’emancipazione, anche sessuale, delle donne è una conquista straordinaria. Ma voler riportare tale scenario in un contesto in cui risulta poco credibile, non può che produrre un risultato deludente. Il prodotto va pensato per il pubblico, soprattutto quando si decide di ripescare un personaggio così radicato nell’immaginario comune. Sarebbe come prendere Cenerentola, riempirla di tatuaggi e farle dire le parolacce: è così che la fiaba finisce. A conquistare del personaggio di Sissi, o perlomeno della sua versione romanzata e interpretata da Romy Schneider (che infatti è rimasta per tutta la vita indissolubilmente legata ad Elisabetta, quasi come se lei stessa fosse diventata il personaggio), erano la sua fierezza e la sua intelligenza.

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L’Imperatrice d’Austria era già un personaggio complesso, e soprattutto atipico per il suo periodo: prese decisioni coraggiose, nella vita privata e in quella pubblica, oltre a diventare una vera e propria trend setter. C’era davvero bisogno di caricarla di nuovi significati, che risultano soltanto forzati, in particolare alla luce di una narrazione che si tramanda ormai da più di cento anni? L’immagine della dama di compagnia che introduce un dildo a corte spacciandolo per ferro per capelli è davvero ciò di cui il pubblico aveva bisogno? Io dico di no. Ridateci tiare, perle e vestiti magnifici; lasciateci credere che quello tra Franz ed Elisabetta fosse un amore vero, travolgente e a suo modo puro: per tutto il resto c’è Cinquanta sfumature di grigio.

Foto: Sissi – Destino di un’imperatrice