L’attore americano George Clooney, torna a parlare di una tematica cara a lui ed ai suoi colleghi: la violazione della privacy da parte dei tabloid. Grazie alla sua voce, vuole lanciare un appello a questi ultimi affinché cessino di condividere fotografie raffiguranti i volti dei figli delle celebrities. Per arrivare in forndo alla questione ha deciso di scrivere una lettera, che ha successivamente spedito al Daily Mail, ed altre testate concorrenti dello stesso livello.
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Ciò che ha spinto Clooney a farsi avanti proprio ora è stata una recente pubblicazione e divulgazione non autorizzate dell’immagine del figlio Billie Lourd, che per fortuna è stata rimossa dal web poco dopo. A riguardo l’uomo ha scritto:”Ho appena visto la foto del figlio di 1 anno di Billie Lourd sul vostro giornale. Visto che subito dopo rimuovete queste foto, vi chiediamo di evitare di pubblicare le foto dei nostri bambini nel vostro giornale”.
Foto: PrPhotos
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George come tanti attori di Hollywood è pienamente consapevole della sua fama e dell’esposizione mediatica che comporta, ma non per questo i media sono autorizzati a non rispettare i suoi rifiuti, soprattutto quelli riguardanti i suoi figli:”Sono un personaggio pubblico e accetto le foto spesso invadenti come parte del prezzo da pagare per fare il mio lavoro. I nostri figli non hanno preso questo impegno. Non possiamo proteggere i nostri figli se una rivista mette i loro volti in copertina. Non abbiamo mai venduto una foto dei nostri ragazzi, non siamo sui social e non pubblichiamo mai foto perché farlo metterebbe a rischio la loro vita».
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George Clooney: l’amara conclusione della sua lettera
Dopo una riflessione sulla professione da lui scelta e sul peso che comporta sulle spalle della sua prole l’ex-medico di E.R. Medici in prima linea, ha concluso la sua lettera ribadendo la propria posizione sperando nell’umanità dei giornalisti:”Non un pericolo paranoico, ma problemi del mondo reale, con conseguenze del mondo reale. Ci auguriamo che siate d’accordo sul fatto che la necessità di vendere pubblicità non è maggiore della necessità di impedire che i bambini innocenti vengano presi di mira. Grazie”.
Foto: AMPAS
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