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Guida astrologica per cuori infranti: la comfort zone dei cliché è sempre una buona idea

In uscita su Netflix il 27 ottobre, la nuova serie tutta italiana, nonostante non spicchi per tecnica e originalità nei dialoghi, ha una potente forza di immedesimazione nel pubblico e per questo piace

di Sara Radegonda | 25 Ottobre 2021
Foto: Comunicato Stampa

La cultura del mash up. Così qualche studioso ha definito la contemporaneità e, in effetti, non c’è sostantivo migliore per descrivere il panorama audiovisivo degli ultimi anni: una quantità spropositata di contenuti che, attingendo tutti da uno stesso archivio, sono un miscuglio eterogeneo di pezzi appartenenti (spesso) a puzzle diversi. Soprattutto da quando Netflix ha monopolizzato l’estetica della serialità, si è assistito ad un’omologazione in cui si fatica a trovare un pizzico di originalità. La nuova serie, tutta italiana, Guida astrologica per cuori infranti, scritta e diretta da Bindu de Stoppani, ne è un esempio, mediocre, ma ben riuscito.

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Alice Bassi, interpretata da Claudia Gusmano, lavora come assistente di produzione in un piccolo network televisivo, con ben poche possibilità di carriera, infatti le sue doti sono spesso nascoste dalla sua goffaggine. Una protagonista che diventa il perfetto mix tra Bridget Jones e Jess, la protagonista di New Girl (la somiglianza tra le due è disarmante), con l’attitudine mancata di Phoebe Waller-Bridge, in Fleabag. Perché Alice lavora con il suo ex Carlo, il quale sta per sposarsi e avere un figlio da Cristina (sua assistente). A questo si aggiunge l’arrivo dell’affascinante e misterioso Davide, il direttore creativo assunto con il severo compito di verificare la produttività del team. In questo clima di impasse forzata da cui Alice non riesce ad uscire, l’incontro fatidico con Tio, un attore della soap opera di punta del network, cambia le carte in tavola. Il ragazzo farà conoscere ad Alice l’astrologia, regalandone inconsapevolmente la chiave del suo successo.

Guida astrologica per cuori infranti Netflix

Guida astrologica per cuori infranti, Netflix – Foto: Comunicato Stampa

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Tutto quanto c’è all’interno dei sei episodi è un cliché. Dai dialoghi alla recitazione, ai colpi di scena (che non ci sono), passando per la caratterizzazione piatta dei personaggi. Ma in modo razionalmente ingiustificabile, il racconto ti tiene incollato alla visione, spinto forse dalla curiosità pettegola di vedere quale altro disastro combinerà Alice, per complicarsi ulteriormente la vita. L’espediente narrativo che più funziona all’interno della serie – e che muove anche tutto il resto – è l’astrologia. Perché, in fin dei conti, chi non hai cercato riparo al caos della vita nell’oroscopo, cercando di dare una spiegazione a qualcosa che “un senso non ce l’ha”.

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Guida astrologica per cuori infranti serie tv: siamo tutti un po’ Alice Bassi

Senza dubbio, la serie gioca in modo estremamente consapevole su due meccanismi standard della narrazione: da un lato quello  dell’identificazione, perché siamo o siamo stati tutti un po’ Alice Bassi; dall’altro la metanarratività – la televisione che sfrutta la serialità per riflettere sulla sua identità ormai passata e defunta – che però rimane ai margini. Ciò che ispira Guida astrologica per cuori infranti è una riflessione: oggi è ancora giusto cercare disperatamente l’originalità? Probabilmente, in questo panorama, la premessa per un fallimento è proprio quella di voler essere per forza originali, quando spesso basta semplicemente raccontare la vita nella sua banalità, con un nuovo punto di vista e un pizzico di metanarratività (che fa sempre un bell’effetto). Trovare l’originalità nella semplicità è forse la cosa più difficile.

Sara Radegonda

Foto: Comunicato Stampa