x

x

Alessandro Cavallo: dopo Amici è pronto a danzare verso il futuro

Noi di Rumors.it abbiamo incontrato Alessandro Cavallo, uno dei ballerini che ha concorso alla finale di Amici in questa edizione

di Sara Radegonda | 29 Maggio 2021
Foto: Witty

La Scuola di Amici si è da poco conclusa e i ragazzi si preparano a lanciarsi nell’avventura del mondo. Uno dei protagonisti indiscussi della finale è stato il ballerino, Alessandro Cavallo. Ventun’anni e una passione per la danza che lo accompagna sin da quando è bambino e che è diventata un’essenziale valvola di sfogo di fronti alle avversità della vita. Neanche un grave incidente, che lo ha quasi costretto su una sedia a rotelle, ha impedito al giovane di tornare in sala e danzare.

Amici 20 finale: le storie e le emozioni dei 5 finalisti | LEGGI

Oltre all’innegabile talento, Alessandro ha saputo distinguersi per la sua fragilità, trasformata – nella Scuola – in forza e determinazione. Dopo l’esperienza di Amici che gli ha dato la possibilità di realizzare un sogno e prendersi una rivincita sulla vita, il ballerino è pronto per trasformare la danza da passione a lavoro.

Sangiovanni: prima della finale di Amici, è già fuori con il suo primo EP! | SCOPRI

Alessandro Amici 2021: noi di Rumors.it lo abbiamo incontrato

Come è stato il ritorno alla vita “normale” dopo cinque mesi chiuso dentro la scuola? Ti aspettavi tutto questo affetto da parte del pubblico?

Sicuramente è stato difficile realizzare il tutto: siamo stati chiusi – cinque mesi – dentro una bolla, perché il Covid non ci ha permesso neanche di avere contatti né con i professionisti né con la redazione stessa. Affrontare la realtà è stato altrettanto difficile, infatti ci ho messo due/tre giorni per realizzare tutto quello che era successo, perché era come se avessi vissuto, fino a quel momento, un’altra realtà. Di certo non mi aspettavo tanto affetto da parte delle persone. Amici è un programma che, senza dubbio, ti dà molta visibilità ma finché non lo vivi non realizzi. Spesso le persone mi fermano per strada e mi fanno i complimenti ed è una soddisfazione incredibile.

Hai più volte raccontato che la danza è sempre stata una valvola di sfogo per te, soprattutto dopo che tuo nonno è venuto a mancare; ad oggi vivi la tua passione ancora nello stesso modo o hai cambiato il modo di viverla?

La danza è comunque una valvola di sfogo, perché in essa trovo sempre un rifugio, una casa; quando ci sono periodi della mia vita in cui le cose non vanno come vorrei, la danza è il mio modo di esprimermi senza parole e senza dare per forza spiegazioni: attraverso il movimento riesco a sfogarmi e stare meglio. Grazie ad Amici e ad alcune coreografie preparate nella Scuola ho imparato ad accettare la perdita di mio nonno, cosa che fino a quel punto non ero riuscito a fare completamente. Ovviamente ho anche iniziato a vedere la danza in ottica lavorativa perché mi auguro che lo diventi presto e sto lavorando molto per questo. La professionalità si è affiancata alla passione: alla fine penso non ci sia cosa più bella nella vita di fare della propria passione un lavoro.

Amici è stata la tua “seconda grande opportunità”, arrivata subito dopo l’incidente che ti ha tenuto su una sedia a rotelle, cosa ti ha spinto a tornare a ballare e a presentarti ai provini di Amici?

L’incidente mi ha un po’ bloccato perché nella maggior parte dei casi, dopo un infortunio di questo calibro, i ballerini non possono più tornare a ballare come prima. Nonostante tutto, la voglia di tornare a danzare non l’ho mai persa e mi sono rimesso al lavoro appena ho potuto. Ho sempre pensato di poter andare, magari un giorno, ad Amici però non ho mai avuto il coraggio, perché ero ben consapevole dei talenti passati per la Scuola, a partire da Javier, Vincenzo Di Primo; persone che già seguivo da tempo. Quindi il livello mi spaventava tantissimo, ma la verità è che non ti sentirai mai all’altezza di una cosa così grande. Alla fine, però, ho preso un po’ di coraggio e – senza pensarci troppo – ho inviato il video per il provino.

Si è parlato spesso della motivazione che ti ha spinto a partecipare ad Amici ma non sappiamo quasi nulla del tuo percorso accademico. Raccontaci, se vuoi, gli anni in cui studiavi all’Accademia del Teatro alla Scala (vivevi da solo, avevi un tutore, quali sono i maggiori sacrifici che hai dovuto fare, come organizzavi la tua giornata…)

È stata un’esperienza bellissima: sono entrato all’Accademia del Teatro alla Scala con un’audizione e ho trascorso lì due anni. Ho avuto la possibilità di mettermi alla prova e di ricoprire ruoli di alto livello. Per inseguire il mio sogno mi sono trasferito a Milano e sono andato a vivere con altri ragazzi che studiavano con me in Accademia. Senza dubbio è un percorso fatto di tanti sacrifici che però bisogna affrontare se si vuole fare questo nella vita. In ogni caso, non si può negare che c’è bisogno di tanta forza, passione e amore per quello che si sta facendo, mettendo sempre in conto le rinunce – come la lontananza dagli affetti – però si può superare tutto.

Cosa pensavi che la Scuola di Amici potesse darti? E che cosa alla fine, concretamente, ti ha lasciato?

Avendo seguito le precedenti edizioni di Amici, avevo grandi aspettative. Però devo dire che la realtà ha superato di gran lunga le mie aspettative. Sono entrato lì con una concezione di danza completamente diversa: arrivavo come ballerino classico, mentre nella Scuola ho scoperto un mondo totalmente nuovo. Mi sono cimentato in stili di danza diversi di cui mi sono innamorato e che mi hanno fatto crescere tantissimo, grazie anche ai professionisti che mi hanno seguito. Penso sia un’esperienza unica, che capita una sola volta nella vita, e solo vivendola in prima persona puoi comprendere quanto sia speciale.

Nella scuola non hai mai nascosto le tue fragilità, pensi che questo sia un tuo punto di forza o una debolezza?

Penso sia un punto di forza e non ho mai dubitato di questo. Ognuno ha il suo modo di affrontare le cose, dunque io ho il mio. Mi dispiace che qualcuno non abbia compreso la mia essenza, ma io sono semplicemente fatto davvero così. Vivo ogni cosa in modo amplificato nel senso che anche nella vita personale sono così perché mi piace vivere al massimo le emozioni. È una reazione involontaria che non riesco a controllare. Sono consapevole che il giudizio e le critiche ci saranno a prescindere che una persona si comporti in un modo o in un altro, ci sarà sempre qualcuno pronto a giudicare e puntare il dito. Se vivessi diversamente non sarei me stesso e non mi vivrei sinceramente la danza. L’importante è essere convinti di ciò che si è.

Per il tuo futuro sogni una carriera qui in Italia, vicino alla tua famiglia, o vorresti poter fare esperienza anche all’estero? 

Sogno di fare tante cose, perché dopo l’infortunio non do più niente per scontato. La vita un giorno ti dà e il giorno dopo ti toglie quindi bisogna già apprezzare semplicemente il fatto di poter entrare in sala, mettermi alla sbarra, allenarmi e danzare. Sicuramente ho obiettivi ambiziosi che penso sia inevitabile quando metti tutto l’amore e la passione in quello che fai.

Sara Radegonda

Giulia è la vincitrice di Amici 2020 e batte Sangiovanni | LEGGI