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Klaus Noir, il nuovo volto del cantautorato: un animo cupo ma con una visione chiara

Noi di Rumors.it abbiamo avuto il piacere di incontrare Klaus Noir, al secolo Nicolò Restaini, nuovo volto del cantautorato moderno. Il nuovo singolo “Mioddio” è un magico incontro tra rap e poesia.

di Redazione di Rumors.it | 27 Aprile 2021
Foto: Nicolò Restaini

Klaus Noir Mioddio è il nuovo eclettico singolo: una riflessione sull’amore

Nicolò Restaini, in arte KLAUS NOIR, seppur giovane cantautore vanta già un curriculum musicale di tutto rispetto. Tanto che nel 2018 scrive il testo di Universale per Benji & Fede con Piero Romitelli, Tony Maiello e Davide Epicoco, mentre nel 2019 autoproduce l’album Midori degli Uramawashi per RTI, divenuto colonna sonora della fiction MediasetOltre la Soglia“.

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Un nome d’arte che in se racchiude però, nel suo essere essenziale, tutta la personalità caratterizzante dell’artista: un nome che vuole essere da un lato un omaggio alle origini prussiane della famiglia e dall’altro un richiamo al noir visto come genere letterario e fonte di ispirazione. Nell’ultimo singolo, “Mioddio”, Klaus mostra un lato inedito e divergente del cantautorato italiano, più cupo e alla ricerca di qualcosa di profondo: “Il legame amore-morte di cui parlo nella canzone fa riferimento alla possibilità che si dà, nel momento in cui ci si lega ad una persona, di poterti distruggere”.

Klaus Noir

Foto: Dawid Marek Szykula

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Klaus Noir Mioddio: “Nel rap di oggi si è persa la liricità delle parole”

“Un comportamento, uno spogliarsi di fronte ad una persona senza sapere se questa lo merita davvero. Il sentirsi pronti a morire per qualcuno indipendentemente da quello che succederà dopo” racconta il giovane artista. Un cupo viaggio tra “l’Es, l’Io e il Super Io” che si concretizza, in modo metaforico, nella presenza delle statue, protagoniste del videoclip. Il video, scritto, prodotto e diretto dallo stesso Klaus Noir con la collaborazione del regista barese Enrico Acciani, si concentra sull’allegoria delle statue come “idealizzazione del sentimento, perché sono una rappresentazione grafica esteticamente perfetta di un’idea che di per sé non è tangibile. Quando ci si innamora di qualcuno più che le belle statue si vanno a vedere le crepe all’interno”.

Il ruolo di regista è stata “una necessità perché sono maniaco del controllo e non mi piace lasciare nulla al caso” racconta il giovane Nicolò che, però, riconosce i suoi limiti e ha deciso di farsi affiancare da un professionista del settore per imparare ad utilizzare uno sguardo più tecnico. Un brano in cui il mondo del rap incontra la poesia e la tragicità dell’amore cupo. A proposito della scena musicale rap attuale, Klaus ha le idee ben chiare: “Si è persa la parte lirica, quella mestria di poter usare le parole da emozionare. Se penso che in America, Kendric Lamar ha vinto il premio Pulitzer, qui non darei neanche il premio Strega. E questa è una cosa che vorrei cambiare”.

Sara Radegonda

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