Rupert Everett regista e attore: ‘The happy prince’, il film su Oscar Wilde
“Noi gay dobbiamo prestare attenzione”
Rupert Everett è pronto. Dopo ben 10 anni di preparazione ecco che finalmente il 12 aprile esce il suo nuovo film ‘The happy prince’. Insomma, Everett è riuscito a realizzare il suo sogno. Non solo perchè è il regista, ma anche perchè la pellicola si basa sul personaggio che egli adora di più in assoluto, Oscar Wilde e che viene da lui stesso interpretato.
‘The happy prince’, che aveva già riscosso grande successo durante la presentazione allo scorso Festival di Berlino, ci porta in un viaggio malinconico, romantico e decadente che racconta una parte della vita di Oscar Wilde, soffermandosi sul rapporto con l’amico Reggie Turner (interpretato da Colin Firth) e l’agente letterario Robbie Ross (interpretato da Edwin Thomas), innamorato di Wilde, sull’esilio a Parigi, sulla parentesi felice a Napoli con l’amato Lord Alfred Douglas (Colin Morgan), sulla morte della moglie Constance (Emily Watson) e sul suo addio ‘poetico’ alla vita.
La forma dell’acqua: il film trionfo agli Oscar |LEGGI
Rupert Everett – The happy prince / Foto: Image.net
Marco Giallini: Io sono tempesta |SCOPRI
Rupert Everett torna a parlare di omosessuali
“Mi piacciono gli ultimi dieci anni del XIX secolo, li trovo romantici, così come l’ultima parte della vita di Wilde” – spiega Rupert Everett al Corriere della Sera mentre si trova a Roma dove sta girando la serie tv ‘Il nome della rosa’. L’attore e ora regista torna poi a parlare del mondo gay. Anche Everett è stato allontanato dall’industria cinematografica dopo il coming out e così spiega: “Se lavori nel cinema, un mondo aggressivamente eterosessuale e sei gay, prima o poi finisci con lo scontrarti con un muro di mattoni. Oggi la situazione è cambiata rispetto agli anni 80 e 90”.
Antonio Albanese va ‘Contromano’ e contro il razzismo |LEGGI
Ma raccontare oggi Wilde è un modo per aprire gli occhi anche in questa epoca, che sotto alcuni aspetti, nonostante i passi avanti, ha ancora una mentalità in parte chiusa. “Nel film si parla di un uomo che viene distrutto perché omosessuale. Ancora oggi ci si identifica purtroppo, pensiamo a quello che succede in Giamaica, in Cina, in India, in Russa, e anche in Inghilterra e in Italia con la Lega. Assistiamo a degli atteggiamenti omofobi sempre più diffusi e pericolosi. È preoccupante che una città come Genova non sostenga il Gay Pride. Noi gay dobbiamo prestare attenzione ed essere vigili”, afferma Everett al Corriere con fermezza.
Martina Pennacchioli