Isola dei Famosi 2018, il dramma di Eva Henger
“Rischiavo 12 anni di carcere e le mie figlie minacciate di morte”
Eva Henger sta vivendo un vero e proprio dramma in seguito allo scandalo soprannominato “canna-gate”, dopo che, in diretta televisiva, ha accusato l’ex tronista e compagno di ventura all’Isola dei Famosi, Francesco Monte di avere portato della droga.
Eva, ospite in studio, ha cercato di chiarire le sue posizioni: “Io ho rischiato 12 anni in Honduras per colpa di una bravata di Francesco. Io ho una bambina di 8 anni e rischiavo di vederla a 20 anni. Francesco davanti a tutti noi ha preso da una persona della marjiuana. In Honduras c’è stata una rivolta e ogni 200 metri c’erano dei controlli, Se ci perquisivano finivamo nei guai”.
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Foto: Mediaset
Alessia Marcuzzi non riesce a capire però come mai la Henger non lo abbia detto subito e ha invece aspettato così tanto per dire la verità. “Perchè quella sera – racconta Eva Henger – quando io ho visto Francesco prendere quella roba non ero sicura se ce l’avesse ancora, quando a casa ha iniziato a usarla ho capito che l’aveva portata con sè. Io l’ho detto e non sono stata la sola”.
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Isola dei Famosi 2018, il dramma di Eva Henger: rischiava 12 anni di carcere e le figlie minacciate di morte
Ovviamente non fa i nomi di chi, oltre a lei, ha visto Francesco Monte “prendere quella roba”, l’ex tronista nel frattempo ha lasciato l’Isola dei Famosi e si è diretto in Italia per difendersi da accuse così gravi. Quello che è sicuro, come ribadisce la Marcuzzi, è che la redazione non sapeva assolutamente nulla.
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Ma i guai non finiscono qui per la bella Eva. Le figlie Mercedesz e Jessica, sono state minacciate di morte sui social da mitomani e sedicenti fan di Monte. Recentemente il marito Massimiliano Caroletti, ai microfoni di Striscia la Notizia, ha dichiarato cose molto preoccupanti: “Ho gente che mi aspetta davanti all’hotel, ho dovuto chiamare due volte la sicurezza, e nostra figlia Mercedesz l’altra sera ha avuto bisogno della scorta armata. Non possiamo vivere così per un gioco”.
Ruggero Biamonti