Grammy Awards 2018, vince Bruno Mars e perde Donald Trump
L’edizione 2018 prende di mira il Presidente
Il vincitore dei Grammy 2018, gli Oscar della musica, è senz’altro Bruno Mars, che realizza un prestigioso cappotto: ha portato a casa tutti i premi per i quali era stato candidato. Ma un’altra vincitrice innegabile è stata la politica: in un premio dedicato alla musica ampio spazio è stato dato alle tematiche molto in voga in questo momento.
Stiamo parlando dei movimenti MeToo e Time’s Up, nati a Hollywood in risposta allo scandalo Weinstein. E come ai Golden Globe le attrici hanno vestito degli abiti neri, il segno distintivo di questa serata al Madison Square Garden di New York (dopo 15 anni di Los Angeles) è stata una rosa bianca, per richiamare l’attenzione sulla questione delle molestie nel campo dello spettacolo, che si trascina ormai da mesi.
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Un altro bersaglio di questa edizione dei Grammy Awards è stato sicuramente il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Gli U2 hanno registrato un’esibizione di fronte alla Statua della Libertà: la band ha suonato Get Out of Your Own Way, un brano che è un invito a uscire dal proprio mondo e a lottare per la libertà , una frecciatina contro The Donald.
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Frecciate che continuano all’interno del programma presentato da James Corden. John Legend, Cher e Snoop Dogg leggono, a scopo denigratorio, brani tratti da Fire and Fury, il libro del Presidente, con una sorpresa: prima nascosta dal libro si è a poco a poco palesata la Clinton mentre leggeva un passo che descrive le particolari abitudini di Trump. “Da lungo tempo vive nella paura di essere avvelenato e questa è una delle ragioni per cui ama mangiare da McDonald’s. Nessuno sa che sta arrivando e il cibo è preconfezionato tempo prima e quindi sicuro”.
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Ma tornando alla musica c’è da ribadire l’en plein di Bruno Mars: 6 premi (che si è aggiudicato soprattutto miglior album, migliore registrazione e miglior canzone), segue il rapper Kendrick Lamar (miglior album rap) con 5 premi. Mentre l’arcinoto Ed Sheeran ha vinto “appena” due premi, ma a New York non si è fatto vedere. Per una soddisfazione italiana c’è Alessia Cara (miglior artista emergente), canadese ma di genitori calabresi.
Ruggero Biamonti