Steven Spielberg, con The Post difende la libertà di stampa
Un Thriller sui Pentagon Papers
E’ ambientato nel 1971, The Post l’ultimo film di Steven Spielberg, ma la tematica è di stretta attualità: parla infatti della libertà di stampa e d’informazione. Katharine Graham (Meryl Streep) è la prima donna alla guida del The Washington Post in una società dove il potere è di norma maschile, mentre Ben Bradlee (Tom Hanks) è il duro e testardo direttore del suo giornale, ma nonostante Kaye e Ben siano molto diversi, l’indagine che intraprendono e il loro coraggio provocheranno la prima grande scossa nella storia dell’informazione con una fuga di notizie senza precedenti.
Riusciranno a svelare al mondo intero la massiccia copertura di segreti governativi riguardanti la Guerra in Vietnam durata per decenni. La lotta contro le istituzioni per garantire la libertà di informazione e di stampa è il cuore del film, dove la scelta morale, l’etica professionale e il rischio di perdere tutto si alternano in un potente thriller politico.
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I due metteranno a rischio la loro carriera e la loro stessa libertà nell’intento di portare pubblicamente alla luce ciò che quattro Presidenti hanno nascosto e insabbiato per anni: si parla infatti dei famigerati Pentagon Papers: una relazione top secret di 7.000 pagine, piena di scottanti segreti governativi.
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Il rapporto avrebbe scatenato un’onda d’urto i cui effetti si sentono ancora oggi. Il documento metteva in evidenza una verità a lungo nascosta: la vastità e la quantità di bugie raccontate sulla sanguinosa guerra in Vietnam aveva coinvolto quattro diverse amministrazioni, da Truman a Eisenhower, fino a Kennedy e Johnson.
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I Pentagon Papers rivelavano che ognuno di quei Presidenti aveva ingannato l’opinione pubblica sulle operazioni americane in Vietnam, e che mentre il governo sosteneva di volere raggiungere la pace, dietro le quinte i militari e la CIA incrementavano segretamente l’impegno dell’esercito nel conflitto.
La storia ha attirato l’attenzione di Meryl Streep che ha dichiarato: “Sono sempre stata interessata alle storie sul Washington Post e il Watergate del film di Alan Pakula Tutti gli uomini del Presidente, in cui Kay Graham fa una breve ma significativa apparizione. In realtà non sapevo molto di lei, ma la sceneggiatura di Liz ha colto davvero l’atmosfera di quel periodo, l’ho trovata incredibilmente coinvolgente. Una storia che non era stata raccontata”.
Anche Spielberg ha avuto una reazione viscerale alla sceneggiatura. Malgrado fosse impegnato nella preparazione del film Ready Player One, ricco di effetti speciali, questo racconto profondamente umano e così importante nella storia del paese l’ha affascinato. “La narrazione di Liz, il suo studio critico e il bel ritratto che fa di Graham mi hanno fatto dire:’Sarò un pazzo, ma voglio fare questo film adesso. Mi ha preso'”.
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