Fazio: “Il teatrino è su quanto guadagniamo in Rai. Potrei lasciare”
Lo sfogo di Fabio Fazio: troppe ingerenze in Rai
Qualche settimana fa Fabio Fazio ha scritto su Twitter che il suo futuro non sarebbe stato necessariamente in Rai e, soprattutto, la sua idea è quella di cominciare a produrre i suoi programmi: “In una tv che cambia, bisogna assumersi responsabilità e nuovi rischi. D’ora in poi, ovunque sarà, vorrei essere produttore di me stesso…” aveva twittato.
Ospite al Festival della tv e dei nuovi media il conduttore ha voluto fare un po’ di chiarezza su questa sua aspirazione spiegando che, a suo parere, l’aria che si “respira” in Rai sta diventando per lui insostenibile: “Non guardiamo quanto costa una persona, ma quanto porta all’azienda. È tutto relativo. Quest’anno Che tempo che fa quanto ha fatto guadagnare all’azienda? Ma non è un problema: nel caso si va altrove. Essere considerati un costo non è ammissibile se si vuole fare una tv che stia sul mercato”.
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Fazio è schietto e, intervistato da Aldo Grasso, puntualizza: “Voglio che mi dicano che sono un valore per la Rai e non un costo. Oggi è più difficile dire che rimango. Quello che non voglio più che succeda è portare i miei figli a scuola e sperare che non ci sia nessuno che mi insulti. Questo non è accettabile.” e poi parla delle ingerenze: “Non c’è un’azienda al mondo che possa reggere con qualcuno che da fuori mette continuamente paletti. Siccome la Rai è la mia azienda e la mia vita e le si sta chiedendo di fare una cosa contro natura, non posso tacere. Per me non è difficile trovare un posto dove andare”.
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Foto: Rai
Per Fazio il ruolo di un’azienda pubblica nel settore televisivo va ripensato e reso sostenibile con il mercato attuale senza che vi siano continue pressioni dalla politica anche sugli aspetti gestionali: “Ci sono Paesi che hanno dismesso o venduto le reti. Non è detto che l’assetto attuale sia quello giusto. Si può discutere, ma per farlo bisogna essere in buona fede. Credo non ci sia mai stata un’ingerenza politica così grande sulla gestione dell’azienda. Non è né ammissibile né accettabile: così non si può lavorare”.
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E poi torna sulla questione, ampiamente dibattuta in questi mesi, del tetto degli stipendi in Rai a 240mila Euro annui: “Fare servizio pubblico vuol dire fare le cose in un certo modo. Il tema è: la Rai sta sul mercato sì o no? Se ci sta deve seguire le regole, quelle che la aiutano a stare sul mercato. Oppure bisogna chiedersi se invece la Rai debba essere una specie di ammortizzatore sociale, un luogo di esercizio del potere. L’azienda in questi mesi non è stata messa nelle condizioni di lavorare”.
Infine, Fazio lancia l’accusa a chi ha alimentato le polemiche relative agli stipendi in Rai scorporando il concetto di redditività di ogni programma: “Il teatrino è diventato quanto guadagniamo. Se questo è il problema, tolgo immediatamente il disturbo. Ho sopportato qualunque cosa, ora c’è l’esigenza di chiarezza: per rimanere bisogna sentirsi utili”.