Split, la recensione. Uno Shyamalan alla Hitchcock dirige McAvoy in un thriller sulla mente umana

Il film sarà nelle sale italiane dal 26 gennaio distribuito da Universal Pictures. Un’interpretazione magistrale di James McAvoy che potrebbe meritare la candidatura per un Golden Globe o un Oscar, e un M. Night Shyamalan tornato ai fasti creativi de Il Sesto Senso, Unbreakable e Signs fanno di Split un thriller imperdibile, una pellicola che […]

di Redazione di Rumors.it | 10 Gennaio 2017

Il film sarà nelle sale italiane dal 26 gennaio distribuito da Universal Pictures.

Un’interpretazione magistrale di James McAvoy che potrebbe meritare la candidatura per un Golden Globe o un Oscar, e un M. Night Shyamalan tornato ai fasti creativi de Il Sesto Senso, Unbreakable e Signs fanno di Split un thriller imperdibile, una pellicola che introduce in modo molto innovativo temi scientifici scottanti sui misteriosi meandri della mente umana.

McAvoy è Kevin un uomo che ha ben 23 personalità, caso clinico seguito da un’eminente esperta psichiatra, la dottoressa Fletcher (Betty Buckley), convinta dell’enorme potenziale inespresso che avrebbero i pazienti affetti da disturbo dissociativo dell’identità tanto da renderli addirittura creature sovrumane.

Ma questo possibile privilegio sostenuto dagli studi assidui e determinati della dottoressa Fletcher hanno, forse, sottovalutato i problemi e i traumi vissuti in passato da Kevin che ingaggia una guerra per la sopravvivenza tra tutte le personalità che convivono in lui, ma anche con chiunque gli stia intorno.

La dottoressa non aveva fatto i conti con una 24esima personalità ancora non manifesta in attesa di materializzarsi e dominare su tutte le altre, una vera e propria “bestia” in grado di trasformare l’uomo, anche fisicamente, in qualcosa di soprannaturale, e di fare atti inumani pur di affermarsi.

Kevin, guidato dalle personalità più forti, rapisce tre ragazze adolescenti, una di queste è l’introversa e problematica Casey (interpretata da Anya Taylor-Joy) e mentre per Kevin inizia una guerra per la sopravvivenza sia nella sua mente che intorno a lui, le tre ragazze dovranno  lottare per la loro vita, richiuse nel rifugio dell’uomo. Una lotta che porterà alla luce un inaspettato e incredibile parallelismo fino alla sequenza degli oscuri colpi di scena finali.

Adrenalina, claustrofobia, paura, sono tutti ben presenti nel film e fanno di Split una pellicola che ricorda l’opera di Hitchcock sapientemente arricchita da una convergenza di competenze e narrazione. Non a caso quando Shyamalan ha iniziato a mettere insieme la sceneggiatura ha studiato attentamente casi di persone affetti da questa patologia, che hanno avuto un enorme impatto su di lui.

Recitazione convincente quella dell’attrice 20enne Anya Taylor-Joy, una delle star esordienti di Hollywood. Il pubblico ha conosciuto il talento della Taylor-Joy col suo ruolo d’esordio nell’horror del 2015, The Witch. Anya è riuscita a calarsi perfettamente nel personaggio di Casey che vive la condizione di outsider, il cui disagio diventerà la sua forza per affrontare i terribili eventi.

Il resto è in mano ad uno straordinario James McAvoy, incredibilmente disinvolto nel passare da una personalità all’altra anche nel corso della stessa scena. Siamo di fronte ad un attore completo al massimo delle sue capacità espressive e artistiche che sa dare un grande spessore al senso di terrore, paura e oscurità che procura Split nello spettatore.

FP / MRDP